Osare la differenza e… ripartire insieme

Posted by usmionline
giu 10 2013

Sapienza preziosa viene da vite comuni: camminare insieme avendo il senso della novità, il gusto della scoperta, la gioia di far esprimere l’altro… In sintesi: imparare a celebrare la magnifica diversità delle persone e correggere i vizi del proprio comunicare.  

Storia di un futuro in cui sentirsi a casa
volontariatoUna riflessione tutta rivolta al presente, quella del convegno che si è tenuto a Pieve di Soligo, ad un anno esatto dalla beatificazione di Giuseppe Toniolo, che è dono dell’amore di Dio all’Italia.

Obiettivo del convegno: ripartire insieme nella stagione della crisi, per muoversi “oltre la crisi che attanaglia e preoccupa le nostre comunità”, nella convinzione che oggi sia tempo “di ritrovare valori e fiducia, di riscoprire visione e progetto, di scommettere talenti, risorse e programmi per un nuovo modello economico e sociale che metta al centro il primato dell’uomo”.

La soluzione dei problemi è quasi sempre ‘sotto-casa’. Ma nei tempi della prova la malattia più grave delle persone è quella che annebbia gli occhi dell’anima e poi dell’intelletto. Il che rende più difficile vedere la via per uscire dalla crisi. È urgente allora reimparare a ‘vedere’ i veri capitali della vita, i veri beni. Solo se li si riconosce si può rigenerare la fiducia e la speranza assolutamente necessarie per il futuro di tutti. In questo senso “Testimonial” d’eccezione è il Beato Toniolo. La sua lezione – in un tempo della finanza debordante e di modelli economici asserviti alle logiche del profitto e dell’utile ad ogni costo – acquista ancora più forza e credibilità.

Fede e politica: utopia o impegno possibile?
“Non amo le furbizie dei politici e i loro calcoli elettorali; amo la verità che è come la luce; la giustizia, che è un aspetto essenziale dell’amore; mi piace di dire a tutti le cose come stanno: bene al bene e male al male; fare il bene perché è bene! Alle conseguenze del bene fatto, ci penserà Iddio!”. Si esprimeva così Giorgio La Pira, uomo libero che aveva scelto di amare e di servire e, perciò, non temeva di perdere il potere. E Benedetto XVI riassumeva “i tratti somatici” di chi vuole impegnarsi nella vera politica in cinque punti: – «Coerenti con la fede professata» e non servi dell’opinione pubblica prevalente per motivi elettorali. – «Rigore morale», perché non si può più minimizzare la gravità della «questione morale», anche tra i cattolici. – «Capacità di giudizio culturale», cioè di discernimento, frutto di studio, di meditazione, di capacità di distinguere un bene individuale dal bene comune. – «Competenza professionale», perché la politica è un’arte, una vocazione e non si improvvisa. – «Passione di servizio», non per l’onore e il prestigio personale o per la gratificazione del proprio gruppo.

Sì, non ci sono scorciatoie per chi in politica cerca davvero il bene comune. Le parole citate risuonano come appello prima di tutto alla classe dirigente italiana e a coloro che in qualunque modo maneggiano potere, perché trovino la forza per imprimere una svolta profonda nella direzione generale dell’economia. Svolta che le forze sociali e l’interesse generale del Paese da troppo tempo reclamano. L’appello nello stesso tempo raggiunge anche chiunque si trovi a vivere nello spazio ferito delle relazioni.

Dentro lo spazio ferito delle relazioni …
7438002534_5b1b090cc1Perché l’uomo contemporaneo continua a muoversi con molta difficoltà con gli altri?… corre, cerca rifugio, si nasconde, compete per il proprio tornaconto… E finisce per collocare la sua vita in una sola direzione, completamente orizzontale. Come può, in tale posizione, entrare nel mondo delle speranze dell’altro e delle sue paure?

Lo spazio lacerato, presente nei rapporti umani un po’ a tutti i livelli, in realtà esprime anche un intenso bisogno di relazioni profonde: un bisogno che nessuna agenzia assistenziale potrà mai coprire pienamente. L’essere umano è così fatto per un Oltre, che solo in tale direzione sperimenta di muoversi verso la pienezza. Il progetto d’amore che tutti portiamo scritto dentro da solo è un grido verso l’infinito.

Quando il cuore  si fa conchiglia di tutte le voci
Quando il cuore, ogni cuore, è innamorato della verità, allora la persona comincia a cercarla con passione nel suo quotidiano, come un Mistero più grande  a  cui perla_ostricaconsegnarsi. E giorno per giorno diventa consapevole che solo nel dialogo si può scoprire qualcosa sulla Verità della vita. Così si apre alle sorprese che il Mistero sempre riserva, anche quando si incarna in forme non conciliabili. Dio opera nella nostra vita anche se ci sembra che non stia accadendo nulla ed è l’autore vero della storia di ogni creatura che da Lui si lascia condurre. Con tale fiducia nel cuore, con la forza del Vangelo e le capacità di chi dal Vangelo si lascia formare, si può preparare un mondo totalmente nuovo. Si può costruire il bene comune attraverso l’impegno politico soprattutto quando vi si impegnano persone che sovrintendono al destino degli uomini e dei popoli. E lungo tale strada sarà possibile anche una nuova evangelizzazione. La fede ce lo assicura e ce ne dona la speranza e la forza.

 “Colui che ha fede non trema” (Is. 7,9;28,6)
Piu-diversi-degli-altri1_largeNon trema perché sa che l’amore del Padre ha cancellato per sempre ogni solitudine e allontanato il timore di guardare alla propria vita con occhi sfiduciati. “Poco importa che io sia ricco, povero, disprezzato o stimato dagli uomini: Dio mi conosce e mi chiama per nome” (J. H.  Newman).  È soprattutto la paura di ciò che gli altri diranno a trasformare ogni piccolo errore in fonte di sempre maggiore ansietà e insicurezza, le quali avvolgono la persona nel buio e in qualche modo la consumano. La fede invece rivela il buio come momento per ricominciare e obbliga a trovare un nuovo modo di stare al mondo. Comunità di persone con la stessa mentalità sono segni deboli del Regno, perché in verità siamo fatti per entrare in contatto con chi è ‘diverso’ da noi. Oltre la paura. Per questo non basta la tolleranza reciproca. Ci vuole anche il coraggio di manifestare il proprio dissenso all’interno della comunità. Condizione indispensabile, perciò, per camminare con coerenza verso la pienezza di sé, è coltivare la capacità di imparare a pensare in modo coerente. Poi è necessario entrare nel dialogo con tutta la forza e il rispetto della propria visione del mondo e di quella dei propri interlocutori. Infine occorre saper restare in un amorevole silenzio con l’altro quando il dialogo verbale diventa impossibile. È lungo tale percorso che si può sperimentare la fiducia e imparare a fidarsi.

Piccoli profeti fragili
Nascono così i ‘piccoli profeti’ di ogni giorno… Persone semplici, mosse da sete di autenticità e di vita, che considerano e vivono il proprio lavoro come luogo dove 388647_633906933291267_1189824432_nrecuperare e offrire relazioni che non siano solo strumentali, ma contengano gratuità. Piccoli profeti fragili, ma con un cuore tanto libero da non poter essere incatenato da niente  e da nessuno. Agiscono con lo stesso grido davanti all’ingiustizia e all’oppressione. Fanno sentire ognuno accolto, compreso e restituito alla dignità della sua umanità. Pur con le loro fragilità, regalano così a tutti la fiducia che è possibile contare su relazioni affidabili e trovare quel luogo dove ognuno è davvero unico, speciale e insostituibile.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it

 

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