Lo straordinario in ogni tempo

Posted by usmionline
ott 07 2013

L’inaridirsi del cuore perde la persona nelle cose e poi le stravolge. Ma la tristezza senza fondo che ne deriva si rivela strada privilegiata per ritrovare se stessi. Permette di respirare il soffio che viene dall’Alto e nutre la solidarietà interiore che ridà vita.

Degrado cresce nella nostra storia.  
Sono passati 40 anni da quando Pasolini con assoluta sincerità e asciutta
fo_gallery_4be5b4d122a4a_DSC0015drammaticità denunciava gli oltraggi edilizi inflitti ad un selciato sconnesso e antico presso Orte. Egli vedeva in quel degrado apparentemente piccolo l’appiattimento culturale e l’imbarbarimento civile a cui ci avrebbe portato – secondo lui inevitabilmente – la società dei consumi nelle democrazie contemporanee. È stupefacente l’attualità che quel suo intervento profetico sprigiona ancora oggi. Il degrado è continuato. A partire dalle bottiglie vuote e rifiuti vari abbandonati nelle aiuole, o, peggio, ammonticchiati tra le foglie in mezzo alla strada; alle numerose città che dal tempo del boom economico nel nostro Occidente si sono sviluppate a suon di cemento e opere edilizie, spesso discutibili. Questo mentre nelle acque di tutto il globo ogni giorno sono riversati milioni di tonnellate di liquami e altri scarichi: una contaminazione senza precedenti nella storia. L’inciviltà di una minoranza sembra insomma essere protetta, consentita, mai davvero combattuta…

Chi può dire “io non c’entro”?
È proprio così difficile fare luce sui tanti, troppi comportamenti chiaramente illegali e sostenere quanti sono impegnati nella lotta contro il degrado, la corruzione e l’illegalità? Napolitano per l’Italia chiede una «più severa azione di repressione dell’abusivismo e dei reati ambientali» contro i gravi danni sempre più spesso provocati da frane e dissesto idrogeologico. E pensare che costa molto meno proteggere le risorse idriche che ripulirle dopo averle inquinate. Intanto “oltre metà dei letti d’ospedale nel mondo sono occupati da persone che hanno malattie derivanti da acque inquinate” (rapporto Unep). In tutto questo, qualcuno può forse dire io non c’entro? Quanti nel quotidiano investono tempo, energie e denaro per acquistare tante cose, il più delle volte inutili con le quali si riempiono le case e le proprie vite e di cui con tanta facilità si decide di liberarsi trasformandole in rifiuti? Intanto anche di questi la terra soffoca e si ammala.

Seduzione delle cose …
230032472-40e8a0e0-05cd-4103-8ecb-ff57a23f171bDavvero la cosiddetta civiltà dei consumi distrugge il paesaggio interiore degli uomini esattamente come quello esteriore? Certo il senso del quotidiano è la cosa più difficile da scoprire. E il rischio della fatica quotidiana, in tale nebbia, è investire tutto ciò che si è e si ha, sul prodotto sbagliato: la ricchezza cercata come unica sicurezza e l’illusione di trovarla… nell’ultimo modello cellulare o giù di lì! Una quotidiana – e più o meno consapevole – dipendenza da tale obiettivo conduce inevitabilmente ai tanti, troppi comportamenti illegali che caratterizzano l’attualità nel nostro Paese e non solo. Eppure nessuna sicurezza proveniente dalle ‘cose’ ha vera consistenza. E comunque nessun bene vale l’inaridirsi del cuore.

… e sapienza del vivere
L’esistere concreto e la vita reale sono la via per comprendere quale sia il “giusto public-fotografie_utenti-nadesh72relazionarsi” con l’esistenza, le persone e le cose. Ciò che si fa delle cose e di noi stessi ricade comunque sulla vita di ognuno e questa responsabilità non può essere delegata a nessuno.

Già la cultura moderna ebbe coscienza che questo mondo è stato posto, in modo grande e terribile, nelle mani dell’uomo. Lo straordinario in ogni tempo avviene nella stanza di una casa, nei luoghi della famiglia e delle persone, che con uno sguardo ‘micro’ e insieme ‘macro’ sulla realtà vedono e conoscono che la speranza non risiede nella cronaca quotidiana, ma oltre e in alto. E, vigilando sulla storia di ogni giorno e di ogni momento, agiscono di conseguenza dentro la società. Esperienza possibile sempre, necessaria anche per non soccombere alla paura di quello che siamo. E lasciare dietro di noi un mondo migliore.

Il mondo come Dio lo sogna…
Quella vita piena, che ognuno cerca con tutte le forze, non si trova al mercato delle peterpan309cose. E anzi, se si tiene il cuore fisso sulle cose, la vita un po’ per volta perde luce. Non sarà per questo che la notte sembra avvolgere questo tempo in cui tanti finiscono per cercare persino gli ‘amici’ in funzione delle cose, per interesse o per il proprio piacere? Ma se la vita non dipende da ciò che si possiede, allora da che cosa dipende? Certo rivedere il sole e il volto dei propri cari quando ci si sveglia al mattino, non è per niente ovvio. È vivere il tempo come dono di cui essere grati che mette sulla strada per imparare a gettare il cuore al di là delle cose. E fa circolare amicizia nella notte dell’attuale qualunquismo disgregante e conflittuale. Ogni vita reale infatti è incontro. I buoni e gli onesti ci sono e sono tanti. Tante sono le persone che hanno capacità di mettersi a disposizione con umiltà e realismo. Forse ognuno di essi ha solo bisogno di essere incoraggiato e sostenuto.

D’altra parte se un corpo sociale è ammalato, è forse normale ucciderlo o distruggerlo? Non è semplicemente necessario medicarlo e curarlo? Certo è facile il mestiere del riformatore, se si pensa che “le cose da cambiare siano sempre fuori – nella società, nelle leggi – e mai dentro l’uomo: a cominciare da se stesso!” (T.S. Eliot). Altrettanto facile per tutti è oscillare fra sapere e non sapere, vedere e non vedere, fra l’umile confessione che le notizie dei giornali superano la propria capacità di sopportazione e la consapevolezza che solo affrontando la realtà del mondo si può sviluppare il senso di esserne responsabili. Nella fuga certo non esiste speranza. Ma forse i più vogliono vedere solo ciò che si può tenere sotto controllo. Oppure  costa sapersi impotenti, fa male. E così si evita di andare oltre il livello della retorica.

La saggezza dal… deserto umano
Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio (Sl 89, 12). e_io_degradoRicchezza dell’uomo è il mistero di Dio. Ma i cristiani del nostro tempo sono davvero pronti ad accogliere senza indugi, con convinzione, entusiasmo e senza disquisizioni astratte la rivoluzione della tenerezza e della ‘vita buona’ a cui ripetutamente anche Papa Francesco richiama tutti? Dio squilibra il discepolo quando lo chiama a misurarsi con lo stile del servo senza essere mai servile. Lo porta fuori di se stesso chiedendogli di non accontentarsi di gestire gli equilibri quotidiani senza lasciarsi attrarre da Lui. Certo scoprire che la soluzione non dipende dalla propria persona e che si può fare molto poco può togliere le energie, o far ripiegare sul proprio io ferito. Ma muoversi con fedeltà verso la solidarietà interiore impedisce di sentirsi virtuosi e rende possibile quella “compassione” vera che avvia e apre a un futuro più umano.

Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it

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