Un’epoca straordinaria quella che stiamo vivendo, dove nuovamente l’uomo s’interroga su che cosa vuole fare di sé e del suo futuro. Terreno fertile per la Parola che sempre ferisce e affascina; chiama e invia; nutre, rivela e dà senso alla vita; si fa risposta all’urgenza di restituire l’uomo a se stesso.
La realtà ci parla ancora?
“Guardatevi da due pericoli: dalla disperazione senza scampo e dalla speranza senza fondamento”. Così sant’Agostino, trovandosi di fronte alle ‘crisi’ del suo tempo, si rivolgeva al popolo disperato. Le sue parole risuonano ancora come un invito a vivere intensamente il proprio tempo e a farsene carico come ci si fa carico dei giorni che a ognuno è dato di vivere. Questo soprattutto oggi, mentre cresce il numero dei figli del terzo millennio con nel cuore un bisogno assoluto di ritrovare la casa. È come se non si riuscisse più ad avere un dialogo forte con la realtà. Così nella ricerca spasmodica di una sintesi di vita c’è un vagare nelle esperienze e nella insoddisfazione. E, sulla fragile barca del cuore, facilmente si vive alla periferia di se stessi.
La gente chiede più verità. E non solo dalla politica. Ognuno sente e sa che la verità è un’esperienza e che, solo se si vive in maniera autentica e leale, le parole la raccontano. Forte è il bisogno di una Verità su cui nessun interesse personale o di ‘scuderia’ prevalga, nessuna ricerca di applausi. Agli uomini del nostro tempo occorre insomma una risposta di positività, di amore per il futuro e di autenticità. Non ci si aspetta certo qualcuno che salga in cattedra e giudichi il mondo… In certi momenti ci si avverte estranei a se stessi e la vita appare priva di senso… è davvero possibile trasformare in positivo la propria vita? E come scoprire quel buono e quel bello che pure il nostro mondo offre nella ricerca di un bene necessario… Dove trovare il Bene capace di vincere lo scetticismo e il pessimismo che la crisi di oggi sta dilatando a dismisura?
Periferie interiori del mondo adulto
I motivi per cui tanti oggi sembrano aver perduto il senso del vivere, possono essere infiniti… Come anche quelli per cui la fede nell’esistenza quotidiana dei cristiani appare sempre più minacciata se non inquinata dalla presenza di tanti idoli. La verità realistica di tali situazioni in genere corrisponde a: perché vivi e soprattutto per chi vivi? Certo
non si può rimanere sempre pargoli nella conoscenza delle cose di Dio, senza prendere coscienza del dono ricevuto con la vita e accoglierlo di nuovo ogni giorno per avanzare verso la verità dell’uomo … La maturità nella fede non può più, insomma, prescindere da un quotidiano cammino nella storia che sia nello stesso tempo ricerca di senso e crescita nella consapevolezza spirituale e culturale. C. Maria Martini, riferendosi alla Profezia di Gioele, aiuta a spalancare le finestre per vedere le realtà che si muovono e costruire insieme il domani. I giovani – egli dice – saranno profeti, e cioè critici, altrimenti verrebbero meno al loro dovere. Dalla generazione di mezzo, gli adulti, ci si attende che sappiano gestire progetti sulla linea dell’intravisto come nuovo. E dagli anziani che trasmettano i sogni e non le delusioni della loro generazione; che siano capaci perciò di infondere coraggio, aperti alle sorprese dello Spirito Santo.
La realtà in cui siamo immersi, dunque, parla ancora. Il problema è saperla ascoltare, senza mai darla per scontata, nella convinzione che ogni giorno tutto va ri-compreso, capito e approfondito.
Cambiamento possibile…
Sopra le storie dell’uomo il cielo non è mai chiuso. E se qualcosa impaurisce, questo non è Dio. Solo chi nei suoi giorni non si ferma, non ha pause, chi va a letto ed… è già
domani, questi è perduto. O per lo meno rischia di perdersi mentre i giorni e la vita gli scorrono addosso. Ma tutti gli uomini sono gente che cerca. Lo è anche il cristiano che in Gesù ha trovato il tutto della sua vita, perché il Vangelo resta segno di contraddizione. “Voi vi scandalizzerete per causa mia”- è scritto. Tutti, non qualcuno soltanto. Ma lo sguardo di Gesù cerca casa nell’uomo. Gli dice: tu puoi e non tu devi. Non vuole la sua creatura obbediente per forza e, se le si nasconde, lo fa per non condizionarla e garantirle libertà di decisione. Ma non libera nessuno dalla fatica di credere.
L’elezione di Papa Francesco in un certo senso è la risposta più imprevedibile ai problemi di oggi. Un fatto decisivo per cambiare le cose. Con lui la Chiesa si fa sempre più vicina alle persone lì dove si trovano. Con il suo parlare chiaro e penetrante e con i suoi gesti genuini e imprevisti, testimonia quell’essere umili che significa avvicinarsi bene agli altri. Se l’abitudine a volte spegne l’incanto e non si sa più guardare con stupore le cose di tutti i giorni, Cristo rimane dentro il cuore dell’uomo come un sogno di pienezza di vita, come l’energia implacabile che non smette di bussare alla porta della vita con il volto delle persone con le quali si vive e con il richiamo forte e insistente a muoversi insieme verso le periferie esistenziali della storia del nostro tempo. Si tratta insomma di cercare non un altro mondo o un altro ‘mare’, ma un’altra profondità in tutte le cose.
… verso la più bella periferia del mondo!
Poveri di amore, assetati di verità e giustizia, mendicanti di Dio… I ragazzi e le ragazze di ogni periodo storico sono la più bella periferia del mondo. Quasi un invito vivente a lasciare che la speranza torni ad agire dentro l’uomo e nella storia. Ad essi si rivolge Papa Francesco: “Ragazzi e ragazze, per favore: non mettetevi nella ‘coda’ della storia. Siate protagonisti. Giocate in attacco! Calciate in avanti, costruite un mondo migliore”. E ancora: “Volevo dirvi: coraggio, andate avanti, fate rumore. Dove sono i giovani deve esserci rumore … Per favore, andate controcorrente”. La speranza nel futuro in realtà è nel segno del noi, del fare insieme e dei giovani. “Prima eravamo la Chiesa della compassione, poi la Chiesa che richiedeva coraggio. E adesso la Chiesa che deve diffondere la gioia, la fraternità, la maternità e paternità spirituale. Perché? perché il materialismo si oppone a questi valori; perché il consumismo e il libero mercato portano con sé contestazioni, invidie ecc. Sicché il compimento della Chiesa sarà l’unità” (J. Zverina). Chi opererà in questa direzione con e per i giovani (affascinante periferia, che trascina verso il Centro!) diventerà il profeta della nuova storia. Un compito grandioso, che merita di vivere e di… andare – insieme appunto e mandati da Lui – alle periferie dell’umano. E, nella fatica lieta di conformarsi a Cristo, essere piccoli indicatori della Sua presenza di Amore.
Luciagnese Cedrone
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