come ogni anno il 2 febbraio celebreremo la giornata mondiale della vita consacrata.
In quasi tutte le diocesi e comunità sarà un giorno di intensa preghiera, di riflessione, di annuncio.
Questo giorno ci offre anche l’opportunità di gesti di condivisione e di comunione che diventano così segno di ciò che caratterizza la nostra vita: l’ecclesialità e la comunione.
E’ proprio questo il nostro primo e irrinunciabile annuncio profetico. Annuncio che oggi è più che mai urgente. Diventano infatti più frequenti le esperienze di sofferenza per sentirci dimenticate, ignorate e alcune volte anche disprezzate. Non dobbiamo temere perché sappiamo molto bene in chi abbiamo posto la nostra speranza.
La nostra forza e la gioia della nostra missione e dedizione scaturiscono da una fonte inesauribile, da Colui che abbiamo incontrato, di cui ci siamo innamorate e al quale ci siamo affidate, come Abramo, come Maria. Sappiamo che questa è la strada sicura e che percorrendola con fede e per amore diveniamo segno e narrazione dell’Evangelo nella storia, la nostra storia, aspettando il ritorno del Risorto, nostra speranza.
Non abbiamo paura di perseverare e di abitare fedeli il cuore della chiesa anche quando la chiesa non ci dovesse riconoscere, non abbiamo paura di vivere in essa la comunione tra noi e con tutti anche quando ci potrebbe chiedere di perdere qualche cosa; la vita nuova in Cristo Signore passa sempre attraverso una esperienza pasquale.
La commissione episcopale italiana per il clero e la vita consacrata ha già pubblicato il suo messaggio per la giornata del 2 febbraio 2010. Con cuore grato per tale dono, invito tutte a leggerlo, meditarlo e a fare tesoro del suo contenuto che risuona nei nostri cuori proprio come un rinnovato invito alla comunione e alla ecclesialità: comunione con il S. Padre e la Chiesa nella preghiera per i sacerdoti in questo anno speciale totalmente dedicato a loro.
Il Papa ci invita a pregare e a implorare da dio, per tutti loro, il dono della santità: dona Signore sacerdoti santi alla tua chiesa! Santi come il modello che quest’anno è posto davanti a loro: il Santo Curato d’Ars.
Nel loro messaggio i vescovi mettono in luce molto bene, descrivendo la figura del santo, il senso della nostra presenza nella chiesa ed il valore immenso che può avere il dono della vita consacrata accanto alla vita del sacerdote, e non solo del sacerdote!
Scrivono i vescovi: “Giovanni Maria Vianney si sentì sempre debitore nei confronti delle due religiose che, con sprezzo del pericolo e fedeli alla loro consacrazione, lo accompagnarono a ricevere, per la prima volta, Gesù nel sacramento dell’Eucaristia”.
Penso a tutte le religiose che anche oggi, spinte dalla carità, non hanno paura di mettere a repentaglio la loro vita, con cuore e mani di madri, per difendere la vita e per donare dignità alla vita di tanti fanciulli e non solo dei fanciulli. Forse tra queste persone che avviciniamo ogni giorno ci potrebbero essere alcune di loro che Dio sta preparando per missioni particolari. E forse proprio la nostra presenza e dedizione può sorreggere la loro risposta al progetto di Dio.
I vescovi continuano il loro messaggio proponendoci due aspetti della vita del curato d’Ars da contemplare e da imitare:
“…Il primo si lega al nucleo più intimo del suo essere: la sua vita personale e il suo ministero hanno sempre avuto al centro la ricerca di una pura e semplice essenzialità. La vita consacrata non è forse una chiamata a essere testimoni dell’essenziale?
Il secondo è quello di coltivare la compagnia dei santi. Le ricchezze a cui attingere conoscendo e approfondendo la storia della santità sono immense. È dunque fondamentale nutrirci di ciò che ci immerge nelle profondità del Vangelo, reso visibile, udibile e palpabile dai grandi testimoni che ci precedono nel cammino della Chiesa. Se la nostra compagnia diventerà sempre più quella dei santi, saremo aiutati a comprendere la volontà di Dio per ciascuno di noi e saremo dolcemente sospinti a darvi una risposta positiva e generosa”.
Care sorelle, che davvero la celebrazione di questa giornata di preghiera si trasformi per tutte noi in un evento che rinnova la nostra vita, ridà vigore alla nostra testimonianza e ricompensa con frutti benedetti le nostre fatiche.
Anche noi, in comunione con tutta la chiesa imploriamo: : “O Dio, che unisci in un unico volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi, di desiderare ciò che prometti, perché tra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori, dove è la vera gioia”.
Con affetto e profonda comunione in Cristo, auguro a tutte di celebrare la giornata della vita consacrata nella gioia e nella speranza.
Roma, 20 gennaio 2010