La società opulenta, anche e soprattutto in questo nostro tempo di crisi, porta all’estremo la tentazione che abbiamo di essere persone “auto”: io, io. E di creare relazioni esclusive tra le persone “auto”, che difendono i loro diritti e, prima ancora, i loro privilegi. Le suore invece da sempre nella storia scelgono di stare dalla parte degli ultimi, come il Signore e Maestro chiede a chi accetta di seguirLo. Scelgono di aprirsi ai principi che Gesù annuncia nel Discorso della montagna intorno al primato degli ultimi. Principi non attuali.
Eterni. E in essi cercano l’inquadratura mentale e la sensibilità con cui affrontare i problemi connessi con le necessità dei fratelli che versano in condizioni di particolare vulnerabilità.
Immigrazione: la ‘signora’ in nero
Un’inarrestabile pressione migratoria dai Paesi poveri verso quelli a sviluppo avanzato è in atto oggi nel mondo. Emigrazione della disperazione. Esodo, che non è frutto di libera scelta, ma di una necessità grave e spesso estrema. “Strutture di peccato” e “meccanismi perversi” (Sollicitudo rei socialis) sono alla base di tale drammatica situazione.
La storia ci racconta che i religiosi, in tutte le aree del mondo, si sono fatti migranti al fianco dei migranti che fuggono da miserie e persecuzioni, per difenderne la dignità. Scelgono la povertà non come virtù, ma come impegno per gli ultimi. E si mettono al loro servizio in sinergia con le istituzioni governative e con le associazioni impegnate in tale ambito là dove è possibile; o in supplenza quando è in atto una grave omissione del principio di solidarietà. Povertà e ignoranza ma anche mancanza di lavoro favoriscono, in Italia e nel mondo, il traffico, l’abuso e la vendita di giovani donne e minori extracomunitari. Per questo negli ultimi anni l’UISG (Unione internazionale delle superiore maggiori) per combattere il traffico di ragazze destinate allo sfruttamento sessuale, ha creato una rete internazionale della vita consacrata contro la tratta degli esseri umani (vedi, nel nostro sito, le straordinarie testimonianze di sr Eugenia Bonetti, responsabile del settore tratta dell’USMI).
L’immigrazione e i media: solo paure
I media in Italia hanno scelto di ingrandire ed esaltare l’aspetto nero e tenebroso, presente in ogni fenomeno umano, quello legato al linguaggio del delitto, alle emozioni del dolore, alle paure dell’invasione e del degrado (cfr “Ricerca nazionale su immigrazione e asilo nei media italiani). L’informazione sull’immigrazione appare infatti ancorata alle stesse modalità, notizie, stili narrativi e, a volte, agli stessi stereotipi. Per esempio, le persone straniere compaiono nei news media, quando protagonisti di fatti criminali, più facilmente di quelle italiane.
L’immigrazione raramente viene trattata come tema da approfondire e, anche quando ciò avviene, è accomunata alla dimensione della criminalità e della sicurezza.
Nel dibattito che si sviluppa nei media sul fenomeno migratorio, inoltre, la presenza dei politici è quasi totale e totalizzante, nettamente sproporzionata rispetto alla presenza di altri soggetti, pure interessati al dibattito, come i rappresentanti delle forze dell’ordine, della magistratura, delle comunità straniere.
Gesù ha tanto amato l’ultimo posto che nessuno ha potuto sottrarglielo (C. De Foucauld). E anche Lui è stato un migrante (Benedetto XVI). Motivo per cui nella Chiesa non ci può essere spazio per atteggiamenti di rifiuto e di disprezzo nei confronti degli extracomunitari.
Ma che cosa ci raccontano i fatti delle ultime settimane intorno al tema delle migrazioni in Italia?
Riportiamo dall’Agenzia giornalistica quotidiana Redattore Sociale su disagio ed emarginazione sociale:
- Chi non è regolare lavora di più e guadagna meno
Per gli stranieri non in regola è più facile trovare lavoro, ma nel 68% dei casi è in nero. Il 40% guadagna meno di 5 euro l’ora, ma fa turni più pesanti. Sono i primi risultati dell’indagine “Sicurezza, lavoro nero, immigrazione” condotta da Tito Boeri
- In Italia è boom di ricongiungimenti
Dal 1998 al 2008 sono aumentati del 216%, a fronte di una crescita dell’88% dei permessi per lavoro. Picchi nelle Marche (+434,7%) e in Lombardia (+305,5%). Ambrosini (sociologo): “Segnale di immigrazione matura”
- D’alia: “Ddl per contrasto del lavoro nero degli extracomunitari”
“Abbiamo presentato un disegno di legge con cui si da’ piena attuazione alla normativa comunitaria in materia di contrasto allo sfruttamento del lavoro nero extracomunitario. Si tratta della stessa disposizione contenuta nella legge comunitaria…
- Dove nascono le mille Rosarno del mondo
Oggi e domani a Torino appuntamento del Coordinamento europeo della Via Campesina. L’obiettivo: discutere i danni prodotti in Europa dalla miscela di politiche agricole, sfruttamento del lavoro migrante, razzismo
- Lo spettro della schiavitù nella Piana di Sibari
Un’area sconfinata, costellata di agrumeti e vigneti, racchiusa tra il Massiccio del Pollino, la Sila e il Mar Jonio. Anche qui come a Rosarno lavorano, vivendo ammassati in alloggi di fortuna, migranti per lo più irregolari, dediti al lavoro agricolo e vittime del racket della ‘ndrangheta. Approdano in Calabria come stagionali, oppure giungono dal nord Italia, spinti dalla chiusura delle fabbriche. Guadagnano 20-25 euro al giorno, lavorando anche 12 ore, a volte pagando fino a 6 mila euro, per rientrare in un sistema gestito da cooperative senza scrupoli. Un centro d’accoglienza e sportelli di orientamento aiutano i migranti contro lo sfruttamento.
- Anche l’Europa censura i termini ‘illegalità’ e ‘clandestinità.
La criminalizzazione dei migranti ha fatto irruzione anche nel linguaggio delle più alte sfere politiche europee. Lo rileva un rapporto presentato a Bruxelles dal commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa
- “Tetto” per le scuole dell’infanzia: Roma si adegua
In classe non più di 5 “bambini dello stesso gruppo linguistico”, sia nati in Italia che fuori. L’assessore Marsilio spiega i motivi della circolare inviata alle scuole dell’infanzia per regolarizzare le nuove iscrizioni, previste entro il 12 febbraio: “Niente di nuovo, stiamo applicando un regolamento vigente del 1996, in linea con le indicazioni ministeriali”. In linea con le nuove direttive alcuni istituti, per altri difficile l’applicazione. I dubbi delle insegnanti. Ziaco (scuola Deledda): “Ma i bambini dove vanno?”. Cernuto (scuola Angelici): “Chi nasce in Italia non dovrebbe essere considerato straniero”. Sono 8.748 i bambini stranieri che, nello scorso anno, erano iscritti alle scuole dell’infanzia della provincia, l’8,1% del totale.
- Salute, irregolari come gli italiani
Un’indagine del Naga ha messo a confronto 974 diagnosi effettuate nel mese di ottobre 2009 ai cittadini stranieri curati presso l’ambulatorio del Naga con 981 diagnosi effettuate a pazienti italiani che si sono rivolti ad ambulatori di medicina generale di Monza. Malattie ginecologiche, cardiovascolari, metaboliche ed endocrine incidono allo stesso modo. Dalla Valle, direttore sanitario Naga: “Confermata la teoria del migrante sano”.
- Da 3 anni nei containers, ma non sono terremotati
Ventidue famiglie, che da 3 anni vivono in condizioni estremamente difficili in un campo della periferia palermitana, male attrezzato e con i servizi “a singhiozzo”, non ce la fanno più a sostenere la loro situazione. Sono finite lì tre anni fa perché senza casa. La maggior parte non ha un lavoro. E ora si appellano alla cittadinanza: “Servono carne e uova per i nostri figli”. In deroga all’attuale regolamento e alla graduatoria relativa all’emergenza abitativa, intanto, il comune promette di impegnarsi per assegnare entro 15 giorni le case confiscate alla mafia.
- Rosarno, parlano gli immigrati dal Cie e dal Cara di Bari
Una delegazione di MigrEurop ha ascoltato alcuni degli africani trasferiti dalla cittadina calabra. Denunciano il clima di violenza, sfruttamento e intimidazione al quale sono stati sottoposti prima del 7 gennaio: “La paura era una costante: i migranti sono stati le vittime, non i responsabili delle violenze”. Parlamentari e associazioni chiedono per loro un permesso di soggiorno come vittime di sfruttamento e che la magistratura li ascolti nell’ambito delle inchieste contro le aziende agricole e la mafia locale. Nel Cie ancora detenuto un migrante rimasto ferito negli scontri.
Sono fatti che abbiamo voluto ricordare, fra i tanti, perché ci aiutino ad essere coscienza vigile e critica della società. Come credenti infatti sappiamo di essere chiamati a scegliere sempre ciò che più piace a Dio; ad essere pronti alla denuncia di quanto offende o manipola la dignità dell’essere umano; a promuovere, insieme a tutti, tutto l’uomo in ogni persona umana.
Luciagnese Cedrone
Biblioteca USMI Nazionale