Viandante e principe del creato. Umanizzare il rapporto con il creato

Posted by usmionline
giu 10 2010

Ci è stata data la tela dell’universo da Dio costruita con paziente tessitura, non perché la sfilacciassimo, ma perché continuassimo a ricamarla con tutta la sapienza del nostro genio (Tonino Bello) 

Tre giorni per riflettere sul rapporto tra l’Uomo e il Creato: 25-27 giugno 2010 a Pistoia nel Palazzo dei Vescovi, dove si terrà il Forum dell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato, giunto alla sua settima edizione. Tre giorni organizzati per ritrovare un legame, che troppo spesso diamo colpevolmente per scontato, e per riacquistare il nostro ruolo di tessitori nel creato.

Il nostro obiettivo – spiega Gian Paolo Marchetti, presidente di Greenaccord, associazione culturale di ispirazione cristiana, promotrice dell’evento – è di riflettere sulla figura dell’homo viator, viandante sulle strade del mondo, che attraversa il Creato, vi lascia la sua orma ma deve prodigarsi per restituirlo alle generazioni future salvaguardato e migliorato.

La situazione

In queste ultime settimane abbiamo seguito tutti con crescente angoscia quel che sta ancora accadendo sulla costa del Golfo, dove la fuoriuscita di petrolio dal pozzo danneggiato, rischia di scatenare una catastrofe ecologica ed economica. Certo non la prima nella storia: solo finora la più grave!

Altrettanto certo (e non solo da ora!!), è che dal Mediterraneo all’Australia, al Guatemala… il mare è il termometro di una crisi ambientale in piena evoluzione, che coinvolge indistintamente sia i Paesi ricchi che quelli poveri. L’acqua potabile in molti Paesi ormai da tempo comincia a scarseggiare, mentre la desertificazione avanza e le condizioni di sopravvivenza in numerose comunità sono ormai minime. I Paesi del Sud del Mondo non sono certo responsabili dei cambiamenti in atto, ma ne stanno subendo le conseguenze peggiori. Tutto questo mentre da nessuna forza arrivano risposte adeguate agli attuali problemi del Pianeta, se non dall’Ambientalismo. E mentre i reati contro l’ambiente non conoscono crisi (Dossier di Legambiente ne denuncia 78 al giorno nel nostro Paese!), in Italia forse più che altrove, l’ambiente è marginalizzato: in TV la questione è più o meno cancellata…

In tutto questo il ruolo dei giornalisti rimane fondamentale per disintossicare i media e per far crescere nell’opinione pubblica mondiale quella consapevolezza seria e onesta, che possa influenzare le decisioni politiche sull’ambiente.

E i consacrati come possono contribuire alla salvaguardia dell’ambiente? Con quale spiritualità, atteggiamenti, percorsi, stile di vita?

Nell’itinerario formativo per una Vita Religiosa Profetica curato dalla Commissione Giustizia, Pace e Integrità del Creato (JPIC) dell’ USG e dell’UISG, al n. 51, per la Formazione permanente, fra gli altri, sono indicati i seguenti obiettivi specifici:

I. Coltivare una forte spiritualità che, alla luce della Parola e della Dottrina Sociale della Chiesa, porti ad ascoltare Dio nella realtà quotidiana, nella situazione dei più poveri, nella creazione.

VI. Assumere la responsabilità della salvaguardia dell’ambiente, collaborando in modo creativo alla risoluzione dei problemi riguardanti il Pianeta e che possono distruggere la vita.

E al numero 42 dello stesso Documento si dice:

La consapevolezza della crescente crisi ambientale che colpisce il pianeta rafforza la necessità di una formazione con una forte spiritualità ecologica. La creazione è, allo stesso tempo, oggetto di contemplazione e di impegno. Lo Spirito di Dio, forza creativa che chiama ogni cosa all’esistenza, agisce costantemente nel cosmo: è principio dinamico, luce che illumina, fonte perenne di vita.

Da questa visione le persone consacrate sono chiamate a coltivare un atteggiamento di responsabilità e corresponsabilità di fronte all’habitat, alla casa comune che Dio ha donato all’umanità; con gratitudine e riconoscimento al Creatore dei cieli e della terra, scoprono nel mondo le orme del Signore, il luogo dove si rivela la sua potenza creatrice, provvidente e redentrice.

Uno stile di vita semplice, non consumistico, solidale a livello personale e comunitario, può testimoniare questa fede nel Creatore e promuovere un’etica ecologica, alternativa al consumismo e alla devastazione della natura.

La salvaguardia del Creato, a partire dalle azioni concrete della vita quotidiana, deve essere un distintivo della sequela di Cristo che si assume fin dalle prime tappe del processo formativo.

Dignità e compiti dell’uomo viandante nel creato

O Signore nostro Dio quanto è grande il tuo nome su tutta la terra (Salmo - 8 -)

È l’inno per un Dio che si fa giardiniere, la cui gloria è cantata dai cieli, ma anche dalle labbra dell’umanità. Un atto di lode e stupore che allieta il cuore.

Grande responsabilità ci è stata data in sorte, grande dono per le mani fragili e spesso egoiste dell’uomo: l’intero orizzonte delle creature affidato all’uomo perché ne conservi l’armonia e la bellezza, ne usi ma non ne abusi, ne faccia emergere i segreti e ne sviluppi le potenzialità.

Il compito per tutti è quello di:

-         preservare dallo scempio che in questi secoli abbiamo prodotto ‘decreando’

-         salvare dagli inquinamenti costruiti in nome di un benessere che non sempre cammina con la creazione

-         riacquistare la giusta posizione di creature che sanno avere cura con la stessa premura materna di Dio

-         imparare ad essere provvidenti, ad avere sollecitudine per il giardino in cui siamo stati posti (Gen 2,15), così che la tenerezza di Dio affascini i  nostri volti.

 

NOTA Il tema trattato in questo articolo verrà ulteriormente approfondito nella prossima     intervista a Gian Paolo Marchetti presidente di Greenaccord, su questo stesso sito.

Luciagnese Cedrone

usmionline@usminazionale.it

One Response

  1. Emma Zordan scrive:

    Sr Luciagnese, a volte sembra che il tema “ecologia” non faccia stretta parte dello spirituale. Pensa che scopo della fondazione di Maria De Mattias era perpetuare l’adorazione a Cristo crocifisso e risorto, collaborare con lui all’opera della salvezza attraverso la promozione della persona umana, soprattutto dei poveri e concretizzare il “bell’ordine di cose che il gran Figlio di Dio, è venuto a stabilire in terra con il suo sangue”. Non è ecologia tutto questo?