ONU: Nasce l’Ufficio per i diritti delle donne

Posted by usmionline
lug 21 2010

A New York, il 6 luglio 2010 le Nazioni Unite hanno creato, dopo anni di dibattiti e negoziati, l’ “Ufficio per i diritti delle donne”, in inglese Un Women, per migliorare la condizione della donna nel mondo. Il nuovo organismo, istituito con un voto dell’Assemblea Generale, assorbirà quattro agenzie dell’Onu che si occupavano già della condizione della donna e si concentrerà esclusivamente sulla promozione dei diritti delle donne a livello globale, regionale e locale. D’ora in avanti sarà molto più difficile per il mondo ignorare le sfide che le donne sono costrette ad affrontare.

Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in una nota diffusa al Palazzo di Vetro, ha commentato: UN Women rafforzerà in maniera significativa l’impegno delle Nazioni Unite per promuovere l’eguaglianza di genere, ampliare le opportunità per le donne ed affrontare le discriminazioni.

La struttura avrà sede a New York e sarà guidata da un vice-segretario generale che sarà nominato prossimamente da Ban Ki-moon. L’alto funzionario, una volta nominato, sarà membro di tutti i più importanti organi decisionali ONU e farà rapporto direttamente al Segretario Generale. Avrà a disposizione un budget iniziale di almeno 500 milioni di dollari. Le sue operazioni saranno finanziate da contributi volontari, mentre il bilancio regolare delle Nazioni Unite finanzierà l’attività normativa.

UN Women avrà due ruoli chiave: supportare gli organi inter-governativi nella formulazione di politiche e norme e aiutare gli Stati membri a rendere effettive queste regole, fornendo sostegno tecnico e finanziario ai Paesi che lo richiedono e creando collaborazioni con la società civile. Inoltre, UN Women aiuterà anche il sistema ONU a rendere conto dei suoi impegni sull’uguaglianza di genere e a monitorare regolarmente i progressi di tutto il sistema.

Donna oggi

La condizione della donna, anche nella nostra società occidentale, nonostante i traguardi pur raggiunti, rimane problematica e non smette di lasciare insoddisfatte soprattutto le donne più pensose e più esigenti. Ma sembra purtroppo che molte donne abbiano perso, oggi, il gusto e la responsabilità del prendere l’iniziativa di fronte alle molte criticità esistenti. Così spesso si accontentano degli obiettivi raggiunti, rinunciando a farsi interpreti dell’originale sensibilità, che è solo loro, nel leggere i fatti.

Donna oggi nella Chiesa

Nel magistero degli ultimi pontefici, a partire dal Concilio Vaticano II , cresce l’attenzione alla donna. Il Magistero della Chiesa ha espresso intorno alla questione femminile, alcune tra le posizioni più vive e lungimiranti (cfr Mulieris Dignitatem -1998, Lettera alle donne -1995). Ma la vita dei cristiani e delle comunità, si sa, cammina con un passo più lento e più stanco di quello dei documenti, tanto che non manca chi ritiene che, rispetto ai primi cristiani, oggi si sia fatto un passo indietro. Persiste nella vita sociale una sottile emarginazione della sensibilità femminile – così insostituibile invece in tutti gli aspetti di vita che coinvolgono le relazioni umane e la cura dell’altro. Questo minaccia quello stile di vita nel quale si manifesta con chiarezza il genio della donna, come Giovanni Paolo II lo ha chiamato nella Mulieris Dignitatem. Oggi c’è anche da superare lo iato tra la progressiva affermazione delle donne nella società e l’invisibilità ecclesiale.

Visibilità e autorevolezza della donna

Le donne, sempre ricercate e apprezzate per il contributo di acume, di finezza intellettiva e di concretezza con cui riescono ad essere presenti sui vari fronti della vita di ogni comunità, sono realmente una presenza vitale nella Chiesa; ma questa loro presenza diviene normalmente invisibile nei momenti pubblici e istituiti, quelli nei quali si è legittimati a rappresentare e parlare a nome della Chiesa, quelli nei quali si tengono le relazioni più qualificanti o si prendono decisioni che ricadranno su tutti. Con questo non si tratta naturalmente della rivendicazione di ruoli di potere; non è nemmeno la ricerca di una omologazione o, peggio ancora, l’affermazione di una supposta superiorità di genere. È solo la domanda di riconoscimento di una dignità. O forse, molto più semplicemente, è un invito a comprendere meglio il disegno di Dio; a capire come Lui vuole che si operi nella storia lasciandosi prendere per mano dalla Sua Parola, che sempre conduce a Lui.

Luciagnese Cedrone

usmionline@usminazionale.it

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