UNA CASA DELLE ASSOCIAZIONI

Posted by usmionline
set 20 2010

A Roma la solidarietà non basta mai, e sempre nuove esigenze richiedono nuove risposte per far crescere le potenzialità di tutti coloro che hanno scelto di vivere la carità, associazioni comprese.

Prendiamo ad esempio, il problema del caro affitti. La capitale è la città più cara d’Italia per quanto riguarda gli affitti, seguita a ruota da Milano. Nella classifica mondiale è al 29esimo posto, in quella europea è all’ottavo, grazie al costo medio di 2.300 euro al mese per un appartamento in centro. La cosa strana è che i prezzi sono saliti anche durante gli ultimi due anni, segnati dalla crisi economica. Del resto, il trend di crescita dura da oltre dieci anni: Il Sunia ha infatti calcolato che tra il 1999 e il 2008 i canoni delle abitazioni sono aumentati del 145%.

Il perché non è facile da spiegare. Si può dire che, nonostante la crisi, la capitale attira molte persone che hanno bisogno di soluzioni abitative in affitto, basti pensare agli studenti, a chi lavora negli organismi governativi o internazionali o nelle ambasciate. Si può dire anche che probabilmente proprio la crisi finanziaria ha risvegliato l’interesse per il mattone in chi aveva fondi da investire, e questo ha contribuito a tenere alti i prezzi.

Fatto che sta che questo è un problema per molti: le famiglie, e soprattutto le giovani coppie, spesso costrette a cercare soluzioni nelle città-satellite o nelle campagne attorno alla città; gli studenti, che devono affrontare una spesa media per una stanza di 440 euro; gli stranieri, costretti a coabitazioni forzate in costruzioni spesso fatiscenti; gli artigiani e i titolari di negozi, che chiudono a uno a uno lasciando il campo ai supermercati.

Ma questo è un problema enorme anche per i gruppi di volontariato, per le associazioni, per tutte le realtà di terzo settore di dimensioni medio-piccole. Proprio queste realtà, però, costituiscono una risorsa preziosa che sul territorio costruisce tessuto sociale, oltre a rispondere a bisogni, povertà e solitudini cui nessun altro saprebbe dare ascolto. In Italia esistono 20mila piccole organizzazioni di volontariato, i cui membri si impegnano gratuitamente, l’80% delle quali ha bilanci di meno di 10mila euro l’anno: basano tutto sulla gratuità dell’impegno e sulle risorse che i volontari stessi possono mettere in campo. Per loro, pagare un affitto a prezzi di mercato è impossibile. Ma, senza di essi, il nostro Paese sarebbe sicuramente peggiore di quello che è.

Servirebbe, allora, una “Casa delle Associazioni”. Esperienze di questo tipo esistono già, in varie città di Italia, in genere al Nord. Spesso sono le amministrazioni locali, più raramente qualche fondazione o ente non profit, che mettono a disposizione una struttura. Ad ogni associazione viene assegnata una o due stanze, mentre altri spazi (ad esempio per le riunioni) e servizi (telefono, internet, fotocopiatrici, eccetera) sono comuni. Si può chiedere un affitto contenuto, o un contributo alle spese.

La richiesta di una sede può sembrare un lusso, ed in effetti ci sono molti gruppi che fissano come sede legale la casa del presidente e si riuniscono dove possono, magari in parrocchia. Ma avere un punto di riferimento stabile è importante sia dal punto di vista dell’organizzazione, sia da quello dell’identità del gruppo. La carità, purtroppo, non si realizza solo con la buona volontà: servono anche strumenti di gestione, computer, telefoni, luoghi di riunione, lavoro di segreteria. E anche un minimo di privacy, visto che nei computer delle associazioni ci sono, in genere, dati sensibili degli utenti, oltre che dei volontari stessi.

A questo progetto sta lavorando, a Roma, la fondazione Talenti, che cerca quindi un ordine religioso disposto a mettere a disposizione spazi adeguati. La “Casa delle Associazioni”, opportunamente regolamentata, potrebbe poi essere gestita dall’ordine stesso, oppure da una cooperativa che si assuma gli oneri organizzativi e gestionali.

Roma ha bisogno di solidarietà, ma per offrirla servono mezzi: questo è uno dei più importanti, proprio perché farebbe crescere le potenzialità delle associazioni.

Paola Springhetti

Fondazione Talenti – Roma

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