Fra qualche giorno (il 10 di ottobre 2010), si aprirà a Roma l’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, sul tema “La Chiesa cattolica in Medio Oriente: comunione e testimonianza”. Ci sentiamo coinvolti in modo particolare in questo evento perché profondamente legati alle radici cristiane antiche di quelle terre (Iraq, Libano, Palestina, Turchia…), alla storia di fede e al cammino difficile e coraggioso delle minoranze cristiane che qui vivono oggi in un clima di grave discriminazione.
L’obiettivo di questa Assemblea speciale è duplice: confermare e rafforzare i cristiani nella loro identità attraverso la Parola di Dio e i sacramenti, e far rivivere la comunione ecclesiale tra le Chiese particolari in modo che possano offrire un’autentica testimonianza cristiana, a contatto con le altre Chiese e comunità. «E’ sempre vero che il primo passo nel diventare cristiani si fonda nell’incontro con uomini che vivono da cristiani convinti», ricordava monsignor Luigi Padovese, vero uomo del dialogo che aveva saputo costruire ottimi rapporti con le chiese ortodosse, con gli ebrei e con i musulmani.
Chicco di grano per la speranza di una Chiesa
«Vero discepolo di Cristo, anch’egli ha dato il suo corpo e ha stretto un’alleanza nel suo sangue, offrendo tutto se stesso per l’annuncio del Vangelo e per la vita di coloro che gli erano stati affidati. Nell’esistenza di questo nostro fratello e padre si è realizzata la Parola di Gesù che ha paragonato la vittoria della sua Pasqua al mistero del seme che porta frutto nel suo morire», rifletteva il Card. Dionigi Tettamanzi il 14 giugno 2010 nell’omelia delle esequie del Vescovo ucciso in terra di Turchia.
Particolarmente oggi, in epoca di pluralismo, è necessario ravvivare la consapevolezza che la testimonianza fonda e precede l’annuncio e anzi è il primo annuncio. Mons. Padovese e don Andrea Santoro e tanti altri che hanno versato il proprio sangue a testimoniare l’ostinata fiducia nel dialogo paziente, ci indicano la strada del chicco di grano che silenziosamente porta frutto. Con la loro vita e il loro martirio questi fratelli sono realmente ponti tra islam e cristianesimo, e anche tra Oriente e Occidente. Invitano anche noi a scommettere sulla follia del Vangelo contro la logica della vendetta e della violenza. Il loro sangue ci dona la fiducia in un futuro di pace, di giustizia e di rispettosa collaborazione con gli appartenenti al Giudaismo e all’Islam, per il bene di tutti gli abitanti della regione.
Essere cristiani oggi in Medio Oriente
Vuol dire emarginazione, isolamento, scarsità di clero, impossibilità di formare nuove leve, scomparsa di molti luoghi di culto espropriati e modificati nella loro destinazione d’uso, povertà di mezzi… Tutto concorre oggi a portare il cristianesimo verso un vistoso ridimensionamento, lungo una strada che sembra essere senza ritorno. A partire soprattutto dalla guerra in Iraq e dalla presenza delle truppe occidentali in Afghanistan, un forte nazionalismo sta facendo crescere giorno per giorno le distanze fra mondo europeo/occidentale e mondo turco. La gente comune, in maggioranza musulmana, vive fianco a fianco dei cristiani e certamente non li osteggia. Ma diverse componenti degli apparati politici, insieme a frange estremiste, alla stampa e ai mezzi di comunicazione cooperano purtroppo a creare un clima di pesante diffidenza nei loro confronti, spingendoli così all’omologazione nei confronti dell’ambiente circostante.
Saranno coinvolti anche ebrei e musulmani
La storia, quindi, ha fatto sì che i cristiani diventassero un piccolo resto in questa regione.
Da quel piccolo gregge che cerca di resistere a tale clima di intimidazione, un grido e un lamento arrivano fino a noi, che troppo spesso invece dimentichiamo il ‘martirio’ quotidiano della loro fede e della loro vita.
Il Sinodo non è ‘contro’ qualcuno: è uno spazio di dialogo aperto che punta alla comunione e alla pace nella giustizia e nella verità. Troverà sicuramente il modo di ascoltare voci del mondo ebraico e di quello musulmano. Il dialogo e il confronto con le altre religioni e le altre culture sarà uno dei temi centrali del Sinodo.
Seminari di approfondimento a margine del sinodo
In occasione e per tutta la durata del Sinodo molte sono le iniziative programmate e in atto; fitto è ancora il calendario di incontri culturali, organizzati per riflettere con vescovi, religiosi, scrittori, giornalisti ed altri esperti sulle sfide e sulle speranze che toccano quelle Chiese e le comunità cristiane che in esse vivono. Il Sinodo stesso ci offrirà la possibilità di entrare in contatto con l’esperienza della pluralità sconosciuta e della ricchezza della tradizione orientale in larga parte ignorata in occidente.
Per portare pace nel Medio Oriente
Insieme a tutti coloro che hanno promosso queste iniziative e alle tante realtà che lì operano, vogliamo fare nostro il motto del Sinodo: impegnarci per i cristiani di Terra santa e del Medio Oriente con un cuor solo e un’anima sola.
Mossi, inoltre, dal bisogno e sete di pace che tutti viviamo, cercheremo di capire dal di dentro la realtà complessa che sta al cuore di quella Terra e di tutto il mondo e di sperimentare nella nostra vita quotidiana la fecondità del perdono di fronte alla sterile alternativa dell’odio e della vendetta per portare pace al Medio Oriente e intorno a noi.
Ad approfondire ulteriormente il tema e a conoscere cosa sarà stato veramente il Sinodo nel suo procedere e nelle conclusioni-proposizioni ci aiuterà l’intervista che verrà pubblicata su questo stesso sito a Sinodo avvenuto.
Luciagnese Cedrone
usmionline@usminazionale.it