l’impulso del cuore e la consapevolezza di quanto il mondo delle consacrate continui ad essere poco conosciuto, mi hanno spinta a scriverle per parlarle del mio libro “Suore, vent’anni dopo”, edito dalle Paoline. E’ un libro che non mi appartiene e questo mi dà coraggio nel presentarglielo. Mi è nato fra le mani due decenni fa con i volti, le storie, le parole, di consacrate verso le quali mi aveva spinto un disegno che mi supera. Avevo messo a disposizione il mio mestiere di giornalista in cerca di “ buone notizie” e di scrittrice alla quale piace raccontare la vita nella sua imprevedibilità, nei suoi valori e significati, nella sua tensione esistenziale e metafisica, ma anche nei suoi profumi, nei suoi sapori, nel suo odore di umanità. Il libro allora stupì e piacque. Piacque molto, ne fecero anche un’edizione economica e un film. Molte persone per la prima volta sentirono parlare di “suore” come di persone di famiglia, amiche nella quotidianità e nella condivisione della vita, non separate dal mondo, ma nel mondo.
Poi il libro scomparve dalla circolazione e i molti che lo cercavano non lo trovavano più. Sentii che dovevo riproporlo perché quelle suore, e tantissime altre consacrate, continuavano a testimoniare la bellezza e l’infinita tenerezza del loro rapporto quotidiano con un Dio, sempre meno presente nell’evoluzione di una società smarrita e caotica. Continuavano a rendere tangibile la sua presenza nei rapporti con le persone che incontravano e con le quali facevano un tratto di strada. Così, spinta da un’esigenza interiore che non mi abbandonava, l’ho ripreso in mano per riproporlo e raccontare che cosa era accaduto in vent’anni ad alcune delle protagoniste di allora. Ma anche per aggiungervi nuovi capitoli, dedicati ad incontri di questi ultimi anni.
Cara Madre, ho ricostruito la vicenda di questo singolare tragitto editoriale e personale per giungere al motivo per cui ho deciso di scriverle: sento di dover fare tutto il possibile perché il maggior numero di suore lo leggano con la semplicità e l’attesa con la quale l’ho scritto. Non certo per me, e neppure per le suore di cui parlo. Ma perché in quelle esperienze, al di là delle singole persone, ho colto la profezia di un rinnovamento indispensabile al mondo delle religiose, pena il disperdersi dei carismi e un distacco sempre più profondo fra il mondo religioso e quello laico. E’ un appuntamento non più rinviabile e sono certa di sfondare un uscio aperto, ma proprio per essere stata così coinvolta nel pianeta suore, di cui mi sento cittadina d’elezione, spero di poter contribuire con questo mio piccolo libro, grande per le storie narrate, ad un appuntamento decisivo.
La fedeltà comune al Vangelo ed al messaggio di Cristo ci chiede di fermarci, di ascoltare, di entrare profondamente dentro noi stessi e di ricominciare a camminare con Lui, in una rinnovata fedeltà, nelle strade delle tante Galilee di oggi, come le donne un tempo al suo seguito. Ci chiede di avere il coraggio di trasformare le strutture, che pesano sulle persone fino spesso a spegnerne la freschezza e l’entusiasmo, in carovane viaggianti, pronte a muoversi e a fermarsi là dove Cristo sosta e rimane, per condividere, gioire, soffrire, come faceva Lui, che prima di parlare , è stato con la gente. C’era.
Non è facile, la paura è tanta. Ne ho avuto e ne ho tanta anch’io. Ma Lui ci dice: non abbiate paura, io sono con voi. Le storie di questo libro, mescolate alla mia storia di moglie (con un marito in stato vegetativo da cinque anni in casa, divenuta una piccola chiesa, il suo letto un altare) di madre e, ora, di nonna, sono storie che, nei limiti umani di ogni vicenda individuale, offrono dei motivi di riflessione importanti perché nascono, da un lato dalle attese della società laica nei confronti delle religiose e, dall’altro lato, dalle attese delle stesse religiose, alla ricerca di un’adesione e immersione nella vita del mondo che faccia sentire tangibilmente la presenza di Cristo. Sono convinta che la donna sarà determinante nei giorni a venire per il futuro dell’umanità. Dico sempre che una suora, quando riesce a vivere pienamente la sua vocazione, è “due volte donna”, per l’estensione e la libertà con la quale può operare e vivere accanto alla persone. Per questo è importante che le donne che si consacrano a Dio, diventino sempre di più “il sale della terra e modelli per tante giovani che hanno bisogno di giustizia e di spiritualità”, come Dacia Maraini scrive nella sua prefazione.
Le sarò grata se, per tutte queste ragioni che mi auguro lei condivida, mi aiuterà a far conoscere alle religiose delle varie congregazioni questo “nostro” libro. E’ un aiuto che sto chiedendo a tutti, agli amici laici con i quali cerco di costruire il bene comune, alle amiche e amici con i quali cammino per testimoniare che Cristo c’è fra di noi. E ci aspetta perchè gli offriamo i nostri occhi, le nostre mani, i nostri piedi , la nostra voce per abitare con la gente e per la gente. Grazie per quanto potrà fare.
Un abbraccio affettuoso
Mariapia Bonanate