CRONACA – 29 aprile 2011

Posted by usmionline
apr 29 2011

Assemblea III giorno. Una convinta e umile invocazione allo Spirito, poi l’ascolto attento. Sr Grazia Papola, osc  ha portato l’assemblea a meditare sul testo tratto dalla 1Cor 12: Diversi nell’unità in forza dello Spirito. In questo suo scritto – ha detto inizialmente la relatrice – Paolo non rimprovera la comunità. La responsabilità della divisione infatti è di tutti. E non interviene con un discorso morale, ma individua le cause profonde delle dinamiche che causano a rivalità. Si tratta di recuperare l’autentico spirito evangelico, e per questo Paolo fa un discorso prettamente teologico. Fornisce spinte di soluzioni che permettano alla comunità di crescere.      

E descrive i vari doni dello Spirito ai quali corrisponde un ruolo diversificato. Diversi i doni, diversa la significanza ma tutti favoriscono la crescita della comunità: “vi sono diversi ministeri, diverse attività, ma uno solo è Dio che opera in tutti”. “SE ricevo un dono, ha detto sr Grazia, non posso prescindere da esso. Devo mettermi in relazione con chi mi ha dato il dono, il Padre che, in comunione con lo Spirito, costruisce l’unità nella diversità. Dall’unico Dio viene la molteplicità; l’unità è esprimibile soltanto nella molteplicità.      

Altra segnalazione di sr Grazia è stata questa: il dono è a servizio di tutti i membri della tua comunità e la cosa più importante non è il dono ma la persona, l’altro che con te costituisce la comunità. A prova di ciò Paolo parla del corpo umano e delle sue funzionalità: “le membra pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo” Tutte sono necessarie, perché diverse e complementari”.      

Sr Grazia ha poi invitato l’assemblea  a leggere il capitolo 13 della stessa lettera dove si parla dei caratteri della carità. E ha invitato a sostituire il vocabolo carità con il nome Gesù…      

E ha concluso: “il dono se dato e condiviso, cresce, se ritenuto muore”.      

 A sr Antonietta Potente, suora domenicana, teologa, che vive e opera in Bolivia in una esperienza particolare, ma sempre inserita nel suo Istituto, accompagnata da superiore e sorelle, partendo da un poetico brano di scrittore andino, dove si esalta il valore della natura, ha detto, credendoci fermamente, che il brano di Matteo dove sono due o tre, lì c’è il Signore, costituisce il fondamento della comunità. “il sogno della comunità – ha scritto – è un sogno divino, pertanto non può essere soltanto interesse di poche persone”.      

Siamo tutti sempre in ricerca, ed è giusto considerare la storia della chiesa e rileggere tutti i differenti stili comunitari come momenti di comprensione, intuizioni, sogni, paure differente. Le prime comunità cristiane sono nate da una nostalgia: ricreare un clima di “presenza” perché lui non c’era più. Tutto poi si costruiva con lo scambio, l’aiuto reciproco, la cura, l’interpretazione delle scritture. Il problema allora è coltivare un bellissimo sogno e traformarlo insieme in realtà, fuori da ogni egoismo personale e comunitario, individuale e istituzionale. Tutti siamo, o dovremmo essere dei ricercatori della vita      

Imparare a vivere con altri, Imparare a vivere perché gli altri continuino o tornino a vivere. Il problema è il desiderio di vivere insieme. Finché insieme costituiremo, secondo la visione dell’Apocalisse, quella moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi.      

La sua superiora generale, sr Edvige Tamburini, ha poi spiegato quali sono stati i motivi per cui l’istituto ha permesso questa particolare esperienza che, comunque, è in continua serena verifica, perché non vengano mai meno i valori essenziali, quelli che costituiscono il carisma istituzionale, inclusa l’itineranza.      

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La celebrazione eucaristia è stata utile anche per fare memoria di quanto ascoltato: non c’è altra persona nella quale possiamo essere salvati. La centralità di Gesù è uno degli elementi essenziali di ogni nostra comunità. Essa è posta a prova dalla razionalità odierna, ma anche le prime comunità hanno avuto le loro fatiche; la forma della comunità non viene assunta secondo la logica umana, ma secondo la logica di Gesù e tutti abbiamo bisogno della comunità. Abitare insieme è sempre più sicuro che abitare in solitario…. Quando due o tre insieme… Dovremmo concretamente sempre poter dire: come è bello vivere insieme.      

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Nel pomeriggio sr Pieremilia Bertolin, segretaria generale ha letto una breve relazione delle varie attività svolte dagli uffici dell’USMI nazionale, con passione, generosità, dedizione piena, gratuità. E’ stato così anche possibile conoscere le sorelle responsabili dei diversi uffici.      

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Ormai verso la chiusura Sr Giuseppina Alberghina ha fatto una sintesi della linea programmatica dell’attuale Presidenza dal 2008 sino ad oggi e con lo sguardo rivolto al 2013. anno della scadenza del mandato. Poi in simpatica alternanza, con p. Lorenzo Prezzi hanno presentato i percorsi comunitari con le specifiche provocazioni e sfide     

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E m. Viviana, emozionata, ha rivolto all’Assemblea il suo saluto conclusivo del quale riportiamo il testo completo.   

Ha ringraziato relatori e relatrici e il ‘personale’ dell’USMI grazie alla cui collaborazione generosa e discreta tutto è proceduto con precisione, simpatia, serenità.     

 Ha poi annunciato che nel 2013 l’USMI farà memoria dei 50 anni da quando è avvenuta l’ultima definitiva approvazione da parte della Chiesa e della società civile. Celebrerà il suo giubileo. Ha chiesto collaborazione di idee, perché insieme è sempre meglio.      

 

Nota      

Il testo integrale di tutti gli interventi saranno pubblicati – come ogni anno – sul numero 7-8/2011 di Consacrazione e Servizio. Si possono prenotare le copie presso:      

centrostudi@usminazionale.it     

abbonamentirivista@usminazionale.it    

sr Biancarosa Magliano, fsp   

biblioteca@usminazionale.it   

     

    

  

    

 

  

  
 

 

  

 

 

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