Dolori e sofferenze richiamano l’uomo a non vivere contro la verità di se stessi. Ma ci è affidata una realtà che non sempre riusciamo a cogliere e decifrare. Il Vangelo ci permette di intravvedere, intessuta nel quotidiano, la trama dell’infinito, che è insito nell’essere umano.
Speranza oltre la crisi
Tragico e apparentemente irriducibile, il male esiste. E il dolore è in ogni dove. Benedetto XVI, parlando di sé e del mondo di oggi, ricorda il ‘mistero della nostra provvisorietà’ su questa terra, la dipendenza da circostanze e decisioni che non ci appartengono, delle quali a volte non riusciamo a scorgere neppure l’origine e la finalità. E invita a non lasciarsi avvolgere dal pessimismo, dalla tristezza, dalla rabbia ‘che una cultura odierna vuole metterci nel cuore’, mentre tanti ‘avvenimenti negativi, tante cattiverie – propagandati con abbondanza e spesso anche con morbosità dai mezzi di comunicazione - concorrono a disorientarci’.
Vogliamo rispondere seriamente a questo invito.
La trasparenza in politica e nella vita sociale è un valore fondamentale e irrinunciabile. Altrettanto irrinunciabile – ne siamo convinti – è che i cittadini entrino nel discorso pubblico con una informazione consapevole sui grandi temi della vicenda contemporanea dominata dalla crisi; una informazione che sia il più possibile completa e soprattutto corretta. Indignarsi non basta. È urgente che uomini e donne dal cuore puro e sinceramente desiderosi di impegnarsi per il bene di tutti abitino quello ‘spazio’ che rimane a ognuno e a tutti per pensare e capire; per cercare il fondamento di una nuova speranza e re-immaginare un futuro diverso e possibile; per attuare cioè quella ‘rivoluzione morale’ senza la quale nessun cambiamento è concretamente realizzabile. Troppo grandi e complessi sono i problemi oggi perché possano essere risolti solo da “qualcuno” (Stato, Mercato, Noprofit…). Il cambiamento passa obbligatoriamente dal lavorare insieme; dal mischiare i diversi punti di forza allineandoli alle opportunità; dall’immaginare – come qualcuno già sta facendo – vecchi strumenti spesso dannosi, come la finanza, utilizzati in nuovi modi utili; o strumenti asserviti ai poteri forti, come oggi la maggior parte dei media, tornati ad essere anche luoghi di educazione.
Viaggio in un altro mondo possibile
Il vero mistero è nell’ordinario, nella vita quotidiana. Nonostante tutte le cose che ci fanno dubitare sull’esito positivo della storia, vince il bene, vince l’amore e non l’odio. Il senso diffuso di scoraggiamento e di frustrazione, che colpisce specialmente chi ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo, potrebbe però diventare soprattutto nei nostri ragazzi la tentazione pericolosa di cedere a illusioni violente, o l’altra, ugualmente grave, di pensare che vivere rettamente sia inutile. E’ necessario perciò puntare sulle regole e sulle opportunità per i giovani. Nel contesto attuale sono i giovani che possono esprimere la più convincente forma di resistenza e di lotta per un altro mondo possibile. Ma perché intorno non si continui a galleggiare tranquillamente sopra la propria autoreferenzialità magari difesi dal generale malcostume contro chiunque ponga la questione della coerenza, la via per tutti ci sembra essere una sola: studiare, leggere, informarsi, farsi un’idea di ciò che è avvenuto e sta avvenendo, individuarne le cause e cercare di vaccinarsi il più possibile nei confronti degli errori che sono alla base delle difficoltà attuali.
La vita interiore che ognuno riesce a coltivare si gioca tutta e interamente nel qui e ora, nel presente eterno della propria coscienza e nella propria capacità di costruire relazioni autentiche e trasparenti. È la relazione con l’altro infatti il luogo in cui si radicano e sviluppano la vita e la verità. Persuaso che nessuno possiede la verità, il cristiano si rallegra della parte di verità che gli altri portano in loro e gli rivelano.
Questione morale in Italia
La menzogna che aveva indotto molti a ritenere equivalenti l’economia reale e quella virtuale dei giochi finanziari – scrive Bruno Forte – ha prodotto conseguenze devastanti in Paesi, la cui stabilità era finora ritenuta immune da rischi. Così i signori del denaro e dell’alta finanza (e cioè le nuove oligarchie economiche!) spadroneggiano in Europa e nel mondo. E tutte le “terapie ultraliberiste” intraprese finora per affrontare il problema non hanno risolto, ma caso mai provocato la crisi. Ma è davvero realistico aspettarsi che il capitalismo – il quale privilegia competizione, individualismo e dominio dei forti sui deboli – offra reali opzioni di vita? I governi europei hanno preteso e pretendono sacrifici sempre maggiori dai lavoratori e nello stesso tempo temono addirittura il rischio di un crollo “catastrofico” dell’euro. Ma ha senso la minaccia di un default per i proletari, o per i lavoratori precari a vita, che non hanno nulla da perdere? Nella sua radice più profonda, in verità, la crisi è di ordine morale. Egoismi e cecità colpevoli hanno permesso che alcuni si avvantaggiassero a scapito di molti altri, i più deboli. E l’Italia, nonostante la vivacità del suo tessuto imprenditoriale e manifatturiero e la qualità dei suoi lavoratori, non è stata meno colpita dalla tempesta etica ed economica che ha investito il ‘villaggio globale’.
Come vincere l’ingiustizia dominante?
Il problema è che, sociale o religioso che sia, il potere non può essere ricercato o accettato che per servire e non per il prestigio o per i vantaggi tangibili che l’accompagnano. Non è la scarsità di beni che ha creato l’ineguaglianza e l’ingiustizia. Costruire una società più giusta e più fraterna richiede un atteggiamento risolutamente combattivo sul piano sociale. Sopprimere la sete di ricchezza e di potere inoltre certamente comporta una profonda conversione interiore, chiamata a tradursi nell’adesione a un’etica della misura se non della frugalità; ad esigere una solidarietà effettiva con gli esclusi. In tutto è necessario un ritorno senza riserve all’umano e alle urgenze dell’umanità.
Il bene è più forte del male
Alla nostra Italia ora più che mai occorre stima reciproca tra persone oneste e competenti. L’autenticità del singolo individuo e nei rapporti interpersonali è valore da promuovere perché solo su di esso si può costruire qualcosa sul piano personale e su quello sociale.
Liberarsi dalle maschere e dalle paure, essere se stessi in ogni situazione è possibile perché c’è qualcosa, anzi Qualcuno più forte che veglia sempre su di noi. La comunità cristiana è chiamata a non scandalizzarsi quando scopre anche nel suo seno il tradimento e il peccato: è un’esperienza che Gesù stesso ha vissuto e che ha previsto per la sua Chiesa amata. Nello stesso tempo però è invitata a non cullarsi nella falsa sicurezza e a non presumere di sé: il peccato è sempre possibile ed è male fidarsi delle proprie forze.
In una generale perdita di autenticità e di trasparenza nei rapporti interumani a tutti i livelli che contraddistingue questo nostro tempo, l’aiuto di Dio, cercato attraverso la preghiera e sperimentato nell’esercizio dell’amore al prossimo, è la grande forza di cui tutti abbiamo bisogno per un nuovo inizio.
Luciagnese Cedrone
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