3 aprile 2013
Ogni anno – e siamo ormai al sessantesimo compleanno! – le superiore maggiori provenienti da ogni parte d’Italia si incontrano per la loro assemblea: si respira aria di festa, comunione tra le diverse congregazioni nella varietà dei carismi donati dallo Spirito Santo alla Chiesa.
La prima giornata, mercoledì 3 aprile, inizia alle ore 9,00 con la preghiera e l’introduzione ai lavori. Madre Viviana Ballarin, presidente USMI, dà il benvenuto alle madri convenute poi presenta suor Nicla Spezzati, sottosegretario CIVCSVA che parteciperà ai tre giorni di assemblea come osservatrice e suor Giuseppina Alberghina in qualità di moderatrice.
La relazione quinquennale della Presidente occupa la prima parte della mattinata e ci mette subito in un clima di gratitudine al Signore per quanto è stato realizzato e per l’orizzonte che viene indicato verso il futuro.
Riportiamo alcuni passaggi della relazione.
“Il tempo che viviamo è straordinario e complesso; vi sono nodi e criticità nell’ambito della fede, ma anche dell’etica, della giustizia, dei valori fondamentali e fondanti il vivere umano, delle relazioni tra i popoli ed i governi, dell’economia e della finanza, della politica. Ci troviamo a vivere, per grazia di Dio, nel bel mezzo di questi nodi e di questa crisi, perché non siamo un giardino protetto, non siamo esenti dalle tribolazioni della maggior parte della gente, non siamo esenti neppure dalle fragilità e ferite che fanno gemere le nostre membra…. Ci sono due aspetti particolari che possiamo evidenziare di questa crisi. Il primo: la diminuzione delle vocazioni. Il secondo: una certa irrilevanza di impatto della vita religiosa nella nostra società. Chi sta monitorando e studiando i fenomeni di questo tempo afferma che la crisi di significato della vita religiosa è solamente un aspetto della più profonda crisi di significato della religione in quanto tale, o meglio, della religione nella sua forma socio-culturale attuale”.
Madre Viviana continua la sua relazione ripercorrendo, in una bellissima sintesi, il cammino del quinquennio scandito dai temi delle assemblee annuali riprese poi nei convegni per i consigli generali e provinciali.
“Abbiamo scelto il percorso della purificazione delle nostre concezioni della vita religiosa per ripartire nuovamente da Cristo, da una visione organica ed ecclesiale di essa, che ha il suo fondamento nel battesimo… La figura biblica di Abramo, nostro padre nella fede è stata posta come luce sul nostro cammino, come esperienza di fede a cui guardare e come guida ispiratrice di percorsi nuovi”.
Anno 2009: “Quale profezia della vita religiosa femminile, oggi, in ascolto della Parola”.
Anno 2010: “Affidate ad una promessa, in Cristo per umanizzare la vita”.
Anno 2011: “Persone nuove in Cristo, percorsi di vita comunitaria”. Anno 2012: “In Cristo, nella Chiesa, per il mondo, percorsi di vita comunitaria”.
Anno 2013: “Cristo, origine e compimento della nostra fede”.
Continua poi Madre Viviana spiegando che: “L’obiettivo è sempre stato quello di trasmettere e diffondere gli orientamenti per un cammino ecclesiale comune, un cammino che deve scaturire essenzialmente da una esperienza di comunione vissuta prima di tutto nelle nostre Assemblee”.
La relazione si sofferma infine sulla gioia del giubileo, il 50° dell’approvazione canonica dell’USMI, l’invito a divenire “locande di vita, spazio del mistero e della profezia, dimore dove tutti si sentono a casa, ponti di speranza” e termina con uno sguardo al futuro che – come indicato dalla Plenaria della UISG – è nella forza della sua mistica e della profezia. “Ma è urgente: individuare con audacia le “notti” delle rispettive Congregazioni e chiamarle per nome; scoprire le scintille di luce racchiuse nel cuore delle povertà del nostro tempo, delle violenze, del non senso; aprire gli occhi per scoprire nuovi sentieri di luce nelle tenebre del nostro mondo; offrire, come donne consacrate, un ministero di compassione e di guarigione; lavorare in rete, a livello locale e globale, con le altre congregazioni e con i laici, per favorire la trasformazione delle strutture ingiuste; superare i confini dei nostri rispettivi carismi e unirci per offrire al mondo una parola mistica e profetica”.
Un GRAZIE veramente sentito a Madre Viviana si eleva dall’assemblea con un applauso che racchiude la gratitudine per il suo servizio e la lode al Signore per il cammino del quinquennio.
Nella seconda parte della mattinata e nel pomeriggio abbiamo ascoltato p. Marko Ivan Rupnik sul tema: “La via della nostra divinoumanità in Cristo”.
Partendo da alcune immagine bibliche p. Rupnik ha messo in evidenza che l’uomo è stato creato a immagine di Dio per giungere alla sua somiglianza. L’immagine è “divenire” la somiglianza è “compimento”. Nella figura di Abramo vediamo poi che Dio si fa “ospite” dell’uomo. Nell’esodo notiamo la situazione nella quale si è trovato il popolo di Dio senza via di uscita e proprio lì il Signore apre una strada, un passaggio. Ed è tutto un cammino, un movimento. Si nota un dinamismo, un continuo passaggio da una situazione ad un’altra. Poi viene l’incarnazione del Verbo. L’immagine e la somiglianza coincidono. In Gesù tutto si compie.
La lettera agli Ebrei spiega in modo mirabile il passaggio che Gesù compie squarciando il velo della morte per entrare “nella seconda tenda”, là dove il Padre ci attende. In tal modo è stato aperto il passaggio verso la vita, quella vita che non muore più. Anche noi “come vivi tornati dai morti” attraverso il battesimo, siamo innestati in Cristo e siamo chiamati a vivere la “vita nuova” in Lui. Il cielo non è più chiuso e questa “porta aperta sull’eternità” è la santa liturgia perché in essa noi passiamo il velo e andiamo al di là perché siamo già in Cristo, siamo nella sua umanità.
P. Rupnik, con il linguaggio semplice e profondo che gli è tipico ripercorre poi a grandi linee il cammino della storia del cristianesimo, dai tempi apostolici ai nostri giorni facendo notare come usando il linguaggio della filosofia e separando il trascendente dall’immanente abbiamo perso la capacità di comunicare al mondo di oggi la verità della fede.
Nel pomeriggio poi ha ripreso il tema sottolineando l’importanza di essere “vergini e madri”, “celibi e padri”, vivendo il dogma nel quotidiano della nostra vita.
Attraverso la lettura e la spiegazione del brano di Efesini 3,14-21 p. Marko ha fatto emergere il significato dell’essere “nuova creatura” lasciando vivere in noi lo Spirito Santo che ci è stato donato nel battesimo.
Il tempo dato alle domande dell’assemblea hanno ripreso alcuni temi, come quella della “bellezza”, della “maternità spirituale”, della “formazione”, concludendo con l’invito a “tessere relazioni tra coloro che vivono la fede” per creare comunità di vita spirituale che certamente attirerà a Cristo.
La conclusione della giornata è stata affidata a suor Nicla Spezzati che ha riassunto con queste parole: “In quest’aula oggi è stata narrata ed esperita la salvezza. L’esperienza è come un maestro che insegna e fa emergere l’ontologia. Nel quinquennio voi avete lavorato per una riqualificazione spirituale, davvero un cammino importante! Ora riaccendiamo la vigilanza del momento storico che stiamo vivendo perché il Signore ci raggiunge nel concreto degli eventi. La nostra identità è la divinoumanità di Cristo perché noi siamo una cosa sola in Lui”.