Il nome li accomuna e, ora, la dichiarazione solenne del titolo più alto cui una creatura possa aspirare: la santità. Cosa hanno detto o scritto essi
sulla vita consacrata? Il pontificato di Giovanni XXIII è stato breve (1958-1963); le sue ‘intuizioni’, frutto dello Spirito, perdurano nel tempo; quello di Giovanni Paolo II è stato lungo (1978-2005); i suoi interventi sulla vita consacrata sono stati molti e particolarmente significativi.
*** ***
“Dell’alma città di Roma… voi formate il giardino profumato, le perle preziose e nascoste, la provvida riserva di energie soprannaturali”.
Lo disse, – il 29 gennaio 1960 – in termini poetici, ma non avulsi della realtà, Giovanni XXIII alle religiose presenti e operanti nella diocesi di Roma, a pochi giorni dalla chiusura del primo sinodo diocesano. In questa stessa luce Egli vedeva tutta la realtà operativa: “Verginità… che si volge ai malati, agli anziani, ai poveri, agli orfani, alle vedove, alle adolescenti, ai bambini… che passa come angelo luminoso e benefico nelle corsie degli ospedali e dei ricoveri; si china piena di bontà e di pazienza sugli alunni nelle scuole, e su la solitudine dei sofferenti”. E qui enumera le sette opere di misericordia spirituale.
Ma un fiore di tanta bellezza deve essere ‘accompagnato’ nella sua crescita e fioritura. Per questo egli propose allora quattro linee da seguire per una presenza visibile, efficace.
1. Distacco dalle creature: “Beato colui che dà il licenziamento a tutte le creature… un saluto pronto e gioioso alle cose del mondo, per consacrarsi a Dio nella perfetta verginità del cuore”.
2. La fortezza di carattere: “Fortezza innanzitutto interiore, messa a servizio della conoscenza della propria natura, per volgerne le ricchezze e le doti al servizio totale di Dio e delle anime…”.
3. La preghiera incessante che “assicura il perfetto equilibrio dell’intelletto, della volontà e della sensibilità e forma la donna forte descritta dalla Scrittura”.
4. Vita celestiale: “Esser degno di stare con gli angelici cori… Questo è il vostro abito interiore il cui ornamento è espresso dal riserbo del tratto, dalla misura delle parole, dal raccoglimento abituale, dalla fedeltà nel compimento dei doveri quotidiani”.
Prima del saluto e della benedizione conclusiva Egli augurava: “Sia la Croce il suggello della vostra verginità; la sorgente della vostra forza; l’ispirazione delle vostre preghiere, e il segreto della vostra pace, nel pregustamento delle gioie del Cielo…”.
*** ***
In occasione della canonizzazione di S. Carlo da Sezze, francescano, e santa Gioachina Vedruna, fondatrice (12 aprile 1959), Egli, in una frase nella quale è giusto riconoscere un pensare preconciliare, diceva: “L’esempio congiunto dei due Santi Ci offre anche la felice occasione di inculcare nel vostro cuore la stima della vita consacrata a Dio nei voti religiosi…; affermiamo dunque la superiorità della vocazione sacerdotale e religiosa su gli altri stati di vita, anche il più sacrificato e fedele al Signore”
*** ***
Di Giovanni Paolo II potrebbe essere sufficiente ricordare il Sinodo sulla Vita Consacrata (2-29 ottobre 1994) e la rispettiva Esortazione apostolica Vita Consecrata, perché un Sinodo non si improvvisa. E’ frutto di una precisa conoscenza della realtà, di una prolungata riflessione e condivisione con persone competenti, di una maturata decisione.
Vogliamo comunque ricordare alcuni altri passaggi…
Nella Christifideles laici (1988) afferma: “Lo stato religioso testimonia l’indole escatologica della Chiesa… la tensione verso il regno di Dio anticipato e pregustato dai voti di castità, povertà, obbedienza” (n. 55). Significativo quanto scritto nei numeri 20-21 della Mulieris dignitatem” (1988): “occorre considerare la verginità anche come una via per la donna… sulla quale essa realizza la sua personalità…; nella verginità liberamente scelta conferma se stessa come donna…”.
Nell‘indire la giornata per la vita consacrata (6 gennaio 1997) Egli scriveva: “La celebrazione della Giornata della Vita consacrata, che avrà luogo per la prima volta il 2 febbraio prossimo, vuole aiutare l’intera Chiesa a valorizzare sempre più la testimonianza delle persone che hanno scelto di seguire Cristo da vicino mediante la pratica dei consigli evangelici e, in pari tempo, vuole essere per le persone consacrate occasione propizia per rinnovare i propositi e ravvivare i sentimenti che devono ispirare la loro donazione al Signore”. E chiariva: “La missione della vita consacrata non riguarda solo coloro che hanno ricevuto questo carisma, ma tutta la comunità cristiana”
Concretamente l’opzione per la vita consacrata non è una semplice scelta personale; è una risposta che sottintende una chiamata; è un dono dello Spirito a favore di tutta l’umanità. Nel concludere, dopo averne descritti i motivi, egli scriveva: “auspico di cuore che essa porti frutti abbondanti per la santità e la missione della Chiesa. Aiuti, in particolare, a far crescere nella comunità cristiana la stima per le vocazioni di speciale consacrazione, a rendere in essa sempre più intensa la preghiera per ottenerle dal Signore, facendo maturare nei giovani e nelle famiglie una generosa disponibilità a riceverne il dono. Ne trarrà giovamento la vita ecclesiale nel suo insieme e vi attingerà forza la nuova evangelizzazione”.
Per Roma, nella reimpostazione del Vicariato (1 gennaio 1998), egli vi riafferma l’ufficio per la vita consacrata e quello al servizio per le vocazioni.
Potrebbe essere suggestivo rileggere i vari discorsi-messaggi che Egli pronunciava in occasione di beatificazioni o canonizzazioni di Fondatori o Fondatrici. Egli possedeva una singolare sapienza nell’interpretare i singoli carismi, proposti in determinate e diverse epoche storiche.
Un pensiero che li riassume tutti. E’ parte dell’omelia pronunciata l’ultima volta che presiedette la celebrazione eucaristica nella giornata dedicata alla vita consacrata (2 febbraio 2004): “Carissimi Religiosi e Religiose! Quale occasione propizia vi offre questa giornata a voi dedicata per ribadire la vostra fedeltà a Dio con l’entusiasmo e la generosità di quando pronunciaste per la prima volta i vostri voti! Ripetete ogni giorno il vostro “sì” al Dio dell’Amore con gioia e convinzione. Nell’intimità del monastero di clausura o accanto ai poveri ed emarginati, fra i giovani o all’interno delle strutture ecclesiali, nelle varie attività apostoliche o in terra di missione, Iddio vi vuole fedeli al suo amore e tutti dediti al bene dei fratelli.
Nel messaggio per la giornata della vita consacrata del 2005 – l’ultimo – scriveva: “In questi quarant’anni - dal Concilio – … gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica hanno percorso un cammino fecondo di rinnovamento, segnato dal desiderio di fedeltà al dono ricevuto dallo Spirito…e dall’ansia di adattare il modo di vivere, di pregare e di agire “alle odierne condizioni fisiche e psichiche dei religiosi,…alle necessità dell’apostolato, alle esigenze della cultura, alle circostanze sociali ed economiche” (PC 3).
E aggiungeva: Come non rendere grazie al Signore per questo opportuno “aggiornamento”?… Sono certo che, grazie ad esso, si moltiplicheranno i frutti di santità e di operosità missionaria, a condizione che le persone consacrate conservino un inalterato fervore ascetico e lo trasfondano nelle opere apostoliche. Il segreto di questo ardore spirituale è l’Eucaristia”.
sr Biancarosa Magliano fsp
biblioteca@usminazionale.it
biancarosam@tiscali.it