Quando la bellezza è sfida e invito al cammino
La verità è bellezza e la bellezza è verità. Solo questa bellezza, che nulla ha a che fare con l’estetismo, può dissetare l’uomo dalla sete che lo caratterizza e lo accompagna nei suoi giorni. I surrogati non possono che acuirla. In un tempo in cui la soppressione dell’interiorità rende ancora più ardente questa sete, il legame con l’Invisibile alimenta ogni arte degna di questo nome e la bellezza – della natura e dell’arte – è più che mai una sfida. Una sfida all’imbarbarimento dei rapporti che contraddistingue il nostro tempo; all’indifferenza che ha sostituito la passione ideologica; al pensiero debole che svuota la realtà e la nostra vita di qualsiasi radicamento e fondamento.
La penisola del tesoro
C’è dentro di noi qualcosa che invita a uscire dalla routine. Anche per questo tanti cercano, con molte spese e in Paesi anche lontani, occasioni di stupore, immagini e sensazioni singolari da custodire poi gelosamente per i giorni velati dalla noia. L’Italia – e Roma in particolare – è crocevia di civiltà che per millenni ne hanno plasmato il territorio. Il suo vero primato è nei beni culturali che possiede e che ne fanno quasi un museo a cielo aperto, diffuso e stratificato. Ma tutto il mondo è una foresta di simboli e chi è credente li contempla, li interroga e se ne lascia interrogare.
Eremiti e pellegrini del terzo millennio
La G.M.G. – che quest’anno si terrà a Madrid – è un momento di Chiesa che ormai caratterizza il cammino di tanti giovani, i quali cercano di vivere in Cristo la loro esistenza; la Compagnia di Gesù ancora oggi prescrive ai giovani Gesuiti una tappa obbligatoria nel cammino di noviziato: farsi “pellegrini in povertà” per due settimane. Ciò che importa è non camminare mai soli, ma con colui che è il Cammino. I pellegrinaggi dunque non sono oggi al capolinea. Anzi. I nuovi viandanti, pellegrini della verità e della felicità, alla ricerca del sacro o di prospettive soprannaturali da cui si sentono attratti, non sono tutti mossi dalla fede. Le statistiche recenti testimoniano che, mentre il turismo in generale manifesta qualche segnale di rallentamento, i viaggi ispirati a tale bisogno registrano un crescendo significativo. Un’opportunità per accompagnare l’uomo contemporaneo nella sua ricerca di senso; per camminare insieme sapendo di essere amati e sperando amore anche oltre i confini della nostra breve esistenza nel tempo. E scoprire così che è possibile danzare la vita, anche dentro la quotidianità monotona e ripetitiva.
Il tutto rivela l’attualità delle parole dell’allora cardinale Ratzinger:«Affinché oggi la fede possa crescere dobbiamo condurre noi stessi e gli uomini, in cui ci imbattiamo, a incontrare i santi e a entrare in contatto con il bello».
Recuperare il significato profondo del riposo
«Il tempo libero è una cosa bella e necessaria», soprattutto se poggia su «un centro interiore» che permetta di evitare il rischio di farlo diventare «tempo perso», ci ricorda ancora Benedetto XVI. Si tratta allora di organizzare la vacanza, anche quella breve di un fine settimana, per apprendere e arricchirsi di un più corretto uso del tempo; di imparare a ‘perdere tempo’ perseguendo, in tutto ciò che si fa, l’obiettivo di riuscire a sciogliersi, parlare, fidarsi, confidarsi… Si tratta insomma di vivere il tempo libero come luogo dove ritrovare il gusto di approfondire, anche dedicandosi a quelle attività gratuite -come leggere, ascoltare musica, contemplare paesaggi…- che alimentano nel cuore il desiderio di un ‘oltre’ e introducono nel mistero.
Divino tempo libero
Ogni luogo di vacanza ha il suo linguaggio, i suoi simboli, le sue dinamiche, il suo incanto. Ha anche una sua modalità d’incidere sul nostro animo e sul nostro spirito.
Ma sempre e per tutti il tempo cosiddetto libero può diventare un’oasi dove bere il sapore del cammino nel deserto dei giorni. Chissà! Forse potrebbe insegnare a cogliere l’essenziale, a capire ciò che resta mentre tutto passa, ciò che conta davvero. La parte migliore…
Luciagnese Cedrone
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