Qualità della vita significa certamente qualità delle relazioni, perché sono queste che costituiscono la sostanza della vita. Ma se è così, allora perché nel nostro mondo continuiamo a vivere come ‘coriandoli’ che stanno l’uno accanto all’altro ma non sono insieme? In ambienti che sembrano aggregati senza centro e non trasmettono più identità. Abitati da una umanità che sembra aver perso -con l’abitudine alle relazioni- anche il controllo sul territorio. Vite che tendono a chiudersi in una dimensione stretta, fino a guardare il mondo attraverso il display del proprio cellulare…?
L’onda dei giovani
La grande partecipazione che si è registrata nell’ultima consultazione referendaria (ma anche prima con le manifestazioni di piazza: pensiamo anche solo a quella del 13 febbraio a difesa della dignità della donna e della persona!) dice che qualcosa finalmente sta davvero cambiando in fatto di relazioni. E non solo in Italia. La generazione dei nativi digitali, descritta come capace solo di giocare con il cellulare e totalmente disinteressata al mondo che li circonda, in realtà ha rivelato (e continua a rivelare!) voglia di futuro e insieme una grande volontà di determinare le politiche nazionali.
Il futuro irrompe attraverso i Social network
Questi giovani sono i soggetti che si trovano più a disagio e insieme la parte più attiva della popolazione. Si muovono con disinvoltura nel cyberspazio e ne sanno sfruttare le potenzialità. Cercano perciò altre vie e linguaggi per affrontare gli elementi che rendono problematica per tutti la relazionalità. Soprattutto attraverso Facebook -canale orizzontale, in totale sintonia con il loro disagio- mandano alla politica, (e non solo!) un messaggio forte e chiaro, impregnato del loro dolore e di tanta speranza. La rete tutta recupera ed esprime, mentre il passaparola si diffonde e si amplifica.
In tempi di precarietà e disoccupazione, i giovani esprimono quel bisogno di verità e di rispetto, che è nel cuore di tutti. Non chiedono miraggi ottimisti, ma pensano il bene pubblico e scoprono il dovere, la responsabilità. Di fronte a politici che ignorano il mondo reale e ne inventano di falsi pur di conservare il potere, gettano in rete la loro rabbia. Da soli e senza molto leggere i giornali riescono a coinvolgere e a smuovere la maggioranza del popolo elettore, testimoniando la necessità e l’urgenza di pensare seriamente e drammaticamente al futuro.
Scommettere sui giovani
E quando i giovani entrano in scena -si sa- non sono mai una presenza incolore o amorfa; di solito invece cambiano la scena. Le stesse istituzioni non possono resistere. Così il sistema di comunicazione politica, finora affidato a personalità e partiti abituati a parlare solo fra se stessi e senza contatti veri con i cittadini, si sta trasformando in un continuo, personale colloquio con e fra milioni di sconosciuti, senza leadership riconosciute e senza messaggi ideologici compiuti, ma variegato nelle mille forme del digitale.
Essere autentici e veri
Per noi si tratta di affrontare con spirito insieme nuovo e antico questo cambiamento; di capire l’ampiezza e la profondità della nuova presa di coscienza civile e politica che sta attraversando molti strati della popolazione italiana e anche della Spagna, del Nord Africa…
Si tratta anche di non restare sordi alle tante sfaccettature di questo grido, di recuperare le radici della dimensione relazionale messa in rete, per rispondervi in modo adeguato. Relazionarsi in fondo è acquisire nel quotidiano l’abilità di dare e di ricevere con umiltà. È comunicare bene per giungere a un bene comune. Nel senso di imparare l’arte del mettere in comune, del convergere a partire dalle differenze, dell’ascoltare ed esprimere i bisogni e i desideri più autentici… Comunicare in effetti è un movimento circolare, reciproco, interattivo. Non esercizio arrogante del potere, ma scambio che non lascia immutati e modella invece l’identità.
Ogni relazione che sia autentica -e perciò evangelica- esige da tutti questa disponibilità quotidiana e concreta a rimettersi in cammino verso un oltre i cui confini non sono mai nitidi e chiari. Si scopriranno così nuovi orizzonti, in alternativa ai piccoli panorami degli interessi individuali e alle scelte di corto respiro. E nel cuore si rafforzerà la serena certezza che i semi del Regno, anche in questo nostro tempo, continuano a germogliare nelle pieghe contraddittorie dell’umano e a mettere radici nella storia.
Luciagnese Cedrone
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