La nostra quaresima

Quaresima | Posted by usmionline
feb 15 2010

Viviamo lo scorrere del tempo abitate da sensazioni e sentimenti che si modificano e ci modificano nelle diverse tappe della vita umana.

Con l’avanzare dei giorni, dei mesi e degli anni, si sperimenta in maniera sempre più impattante, la velocità del tempo che passa, proprio come un soffio…e, nell’esperienza profonda della vita che scorre, della realtà che passa e fugge prende forma nel nostro essere la consapevolezza di una domanda che sempre ci abita e  che esige una risposta: l’essenziale dov’è? Che cosa è?

La roccia dell’essere su cui appoggiare la nostra vita, da cui prendere orientamenti e criteri, in cui dimorare stabilmente è diventata la nostra casa?

Noi dove siamo?

Sto scrivendo queste riflessioni dalla Polonia dove mi trovo in questi giorni per partecipare all’Assemblea UCESM (Unione Conferenze Europa Superiori Maggiori). Qui ho avuto l’opportunità di visitare per la prima volta il campo di sterminio nazista di Auschwitz, di vedere e di ascoltare storie di un dolore immane, inspiegabile e che continua a sconvolgere quando ci si avvicina ad esso; e questo nonostante il passare del tempo.

Ho pensato intensamente alla passione di Gesù camminando sulla neve, mentre passavamo da una baracca all’altra, da un recinto di filo spinato ad un altro.

Ho avuto anche la grazia di visitare il Santuario mariano di Czestochowa. Davanti all’ immagine della Madonna nera. Lo sguardo tenerissimo della Vergine mi trasmetteva qualcosa di molto profondo e di molto essenziale: il suo amore di madre per tutti noi, amore forte e tenero maturato  nel dolore. Ho pregato per tutte le religiose di Italia ed ho chiesto a Maria di camminare accanto a noi in questa Quaresima per insegnarci ad ascoltare la Parola essenziale che il Figlio vuole dirci in questo tempo forte dell’anno liturgico.

Ho accolto come un dono della Provvidenza la mia partecipazione a questa Assemblea dell’UCESM il cui tema è stato: “ Vita religiosa in Europa: storie di speranza, speranza per la storia”.

Ho compreso che da qui doveva arrivare a noi una indicazione forte per la nostra Quaresima. Per questo desidero condividere alcuni passaggi del Messaggio finale che i partecipanti hanno indirizzato a tutti i religiosi e religiose di Europa. Essi ci possono accompagnare in questo tempo ed anche aprire nuovi orizzonti di vita e di missione.

A tutti i religiosi e le religiose di Europa: 

 “……Vita religiosa in Europa, non temere! Continua a testimoniare all’ uomo e alla donna del tuo tempo la speranza. Tu stessa sii una speranza per la storia di oggi e di domani…. Abbi il coraggio di cantare la vita, assieme all’Agnello che pare morto ma sta in piedi (cfr. Ap.5,6) al cuore della storia di ogni tempo e di ogni vita umana.Sia chiara e forte la nostra speranza perché Colui che ci ha chiamati a questa forma di vita dice: “Sì, vengo presto”! (cfr. Apoc.22) “: (dal messaggio finale della 14ª Assemblea UCESM).

  • Viviamo in un tempo in cui spesso l’uomo e la donna rincorrono la felicità senza Dio… e  incontrano la noia ed il non senso. Anche noi possiamo essere tentati di perdere la passione della speranza. Ma ogni giorno viviamo una grande speranza quando vediamo che alla radice dei desideri dei nostri fratelli e delle nostre sorelle c’è sempre  un profondo bisogno di spiritualità e di ricerca di trascendenza. Chi potrà saziare questa fame e questa sete? 
  • La vita religiosa, dono di Dio per la chiesa e per il mondo, ha sempre aperto lungo la storia cammini di speranza: dare il cuore e le mani a Dio e al prossimo.
  • Oggi è questa la nostra missione. Le nostre  case  siano luoghi aperti per tutti, spazi di preghiera, di laboriosità e di comunione fraterna, riflesso di quella luce che sgorga dalla sorgente della speranza: Cristo morto e risorto  per tutti noi.
  • Ci sentiamo sfidati ad essere parte viva delle grandi trasformazioni che sta vivendo il nostro continente. L’azione dello Spirito Santo ci dona la determinazione e il coraggio di essere portatori di speranza per il futuro d’Europa. Insieme a Maria vogliamo vivere in ascolto della parola e in accoglienza dello Spirito per partecipare alla missio Dei,  essere in dialogo con tutti. 

 

       Nella gioia di aver vissuto questa esperienza del tempo favorevole che si è fatto breve, ritorniamo alle nostre case  gridando:  Maranathà! Vieni Signore Gesù!

       Sia la nostra quaresima non un tempo triste o solamente di penitenza, ma soprattutto un tempo abitato dalla pace perché Gesù è la nostra speranza!

 

                                                                  M. Viviana Ballarin, op

Presidente USMI nazionale

Suore migranti con i migranti

Società | Posted by usmionline
feb 08 2010

La società opulenta, anche e soprattutto in questo nostro tempo di crisi, porta all’estremo la tentazione che abbiamo di essere persone “auto”: io, io. E di creare relazioni esclusive tra le persone “auto”, che difendono i loro diritti e, prima ancora, i loro privilegi. Le suore invece da sempre nella storia scelgono di stare dalla parte degli ultimi, come il Signore e Maestro chiede a chi accetta di seguirLo. Scelgono di aprirsi ai principi che Gesù annuncia nel Discorso della montagna intorno al primato degli ultimi. Principi non attuali.

Eterni. E in essi cercano l’inquadratura mentale e la sensibilità con cui affrontare i problemi connessi con le necessità dei fratelli che versano in condizioni di particolare vulnerabilità.

Immigrazione: la ‘signora’ in nero
Un’inarrestabile pressione migratoria dai Paesi poveri verso quelli a sviluppo avanzato è in atto oggi nel mondo. Emigrazione della disperazione. Esodo, che non è frutto di libera scelta, ma di una necessità grave e spesso estrema. “Strutture di peccato” e “meccanismi perversi” (Sollicitudo rei socialis) sono alla base di tale drammatica situazione.
La storia ci racconta che i religiosi, in tutte le aree del mondo, si sono fatti migranti al fianco dei migranti che fuggono da miserie e persecuzioni, per difenderne la dignità. Scelgono la povertà non come virtù, ma come impegno per gli ultimi. E si mettono al loro servizio in sinergia con le istituzioni governative e con le associazioni impegnate in tale ambito là dove è possibile; o in supplenza quando è in atto una grave omissione del principio di solidarietà. Povertà e ignoranza ma anche mancanza di lavoro favoriscono, in Italia e nel mondo, il traffico, l’abuso e la vendita di giovani donne e minori extracomunitari. Per questo negli ultimi anni l’UISG (Unione internazionale delle superiore maggiori) per combattere il traffico di ragazze destinate allo sfruttamento sessuale, ha creato una rete internazionale della vita consacrata contro la tratta degli esseri umani (vedi, nel nostro sito, le straordinarie testimonianze di sr Eugenia Bonetti, responsabile del settore tratta dell’USMI).
L’immigrazione e i media: solo paure
I media in Italia hanno scelto di ingrandire ed esaltare l’aspetto nero e tenebroso, presente in ogni fenomeno umano, quello legato al linguaggio del delitto, alle emozioni del dolore, alle paure dell’invasione e del degrado (cfr “Ricerca nazionale su immigrazione e asilo nei media italiani). L’informazione sull’immigrazione appare infatti ancorata alle stesse modalità, notizie, stili narrativi e, a volte, agli stessi stereotipi. Per esempio, le persone straniere compaiono nei news media, quando protagonisti di fatti criminali, più facilmente di quelle italiane.
L’immigrazione raramente viene trattata come tema da approfondire e, anche quando ciò avviene, è accomunata alla dimensione della criminalità e della sicurezza.
Nel dibattito che si sviluppa nei media sul fenomeno migratorio, inoltre, la presenza dei politici è quasi totale e totalizzante, nettamente sproporzionata rispetto alla presenza di altri soggetti, pure interessati al dibattito, come i rappresentanti delle forze dell’ordine, della magistratura, delle comunità straniere.
Gesù ha tanto amato l’ultimo posto che nessuno ha potuto sottrarglielo (C. De Foucauld). E anche Lui è stato un migrante (Benedetto XVI). Motivo per cui nella Chiesa non ci può essere spazio per atteggiamenti di rifiuto e di disprezzo nei confronti degli extracomunitari.
Ma che cosa ci raccontano i fatti delle ultime settimane intorno al tema delle migrazioni in Italia?
Riportiamo dall’Agenzia giornalistica quotidiana Redattore Sociale su disagio ed emarginazione sociale:
- Chi non è regolare lavora di più e guadagna meno
Per gli stranieri non in regola è più facile trovare lavoro, ma nel 68% dei casi è in nero. Il 40% guadagna meno di 5 euro l’ora, ma fa turni più pesanti. Sono i primi risultati dell’indagine “Sicurezza, lavoro nero, immigrazione” condotta da Tito Boeri
- In Italia è boom di ricongiungimenti
Dal 1998 al 2008 sono aumentati del 216%, a fronte di una crescita dell’88% dei permessi per lavoro. Picchi nelle Marche (+434,7%) e in Lombardia (+305,5%). Ambrosini (sociologo): “Segnale di immigrazione matura”
- D’alia: “Ddl per contrasto del lavoro nero degli extracomunitari”
“Abbiamo presentato un disegno di legge con cui si da’ piena attuazione alla normativa comunitaria in materia di contrasto allo sfruttamento del lavoro nero extracomunitario. Si tratta della stessa disposizione contenuta nella legge comunitaria…
- Dove nascono le mille Rosarno del mondo
Oggi e domani a Torino appuntamento del Coordinamento europeo della Via Campesina. L’obiettivo: discutere i danni prodotti in Europa dalla miscela di politiche agricole, sfruttamento del lavoro migrante, razzismo
- Lo spettro della schiavitù nella Piana di Sibari
Un’area sconfinata, costellata di agrumeti e vigneti, racchiusa tra il Massiccio del Pollino, la Sila e il Mar Jonio. Anche qui come a Rosarno lavorano, vivendo ammassati in alloggi di fortuna, migranti per lo più irregolari, dediti al lavoro agricolo e vittime del racket della ‘ndrangheta. Approdano in Calabria come stagionali, oppure giungono dal nord Italia, spinti dalla chiusura delle fabbriche. Guadagnano 20-25 euro al giorno, lavorando anche 12 ore, a volte pagando fino a 6 mila euro, per rientrare in un sistema gestito da cooperative senza scrupoli. Un centro d’accoglienza e sportelli di orientamento aiutano i migranti contro lo sfruttamento.
- Anche l’Europa censura i termini ‘illegalità’ e ‘clandestinità.

La criminalizzazione dei migranti ha fatto irruzione anche nel linguaggio delle più alte sfere politiche europee. Lo rileva un rapporto presentato a Bruxelles dal commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa

- “Tetto” per le scuole dell’infanzia: Roma si adegua
In classe non più di 5 “bambini dello stesso gruppo linguistico”, sia nati in Italia che fuori. L’assessore Marsilio spiega i motivi della circolare inviata alle scuole dell’infanzia per regolarizzare le nuove iscrizioni, previste entro il 12 febbraio: “Niente di nuovo, stiamo applicando un regolamento vigente del 1996, in linea con le indicazioni ministeriali”. In linea con le nuove direttive alcuni istituti, per altri difficile l’applicazione. I dubbi delle insegnanti. Ziaco (scuola Deledda): “Ma i bambini dove vanno?”. Cernuto (scuola Angelici): “Chi nasce in Italia non dovrebbe essere considerato straniero”. Sono 8.748 i bambini stranieri che, nello scorso anno, erano iscritti alle scuole dell’infanzia della provincia, l’8,1% del totale.
- Salute, irregolari come gli italiani
Un’indagine del Naga ha messo a confronto 974 diagnosi effettuate nel mese di ottobre 2009 ai cittadini stranieri curati presso l’ambulatorio del Naga con 981 diagnosi effettuate a pazienti italiani che si sono rivolti ad ambulatori di medicina generale di Monza. Malattie ginecologiche, cardiovascolari, metaboliche ed endocrine incidono allo stesso modo. Dalla Valle, direttore sanitario Naga: “Confermata la teoria del migrante sano”.
- Da 3 anni nei containers, ma non sono terremotati

Ventidue famiglie, che da 3 anni vivono in condizioni estremamente difficili in un campo della periferia palermitana, male attrezzato e con i servizi “a singhiozzo”, non ce la fanno più a sostenere la loro situazione. Sono finite lì tre anni fa perché senza casa. La maggior parte non ha un lavoro. E ora si appellano alla cittadinanza: “Servono carne e uova per i nostri figli”. In deroga all’attuale regolamento e alla graduatoria relativa all’emergenza abitativa, intanto, il comune promette di impegnarsi per assegnare entro 15 giorni le case confiscate alla mafia.

- Rosarno, parlano gli immigrati dal Cie e dal Cara di Bari

Una delegazione di MigrEurop ha ascoltato alcuni degli africani trasferiti dalla cittadina calabra. Denunciano il clima di violenza, sfruttamento e intimidazione al quale sono stati sottoposti prima del 7 gennaio: “La paura era una costante: i migranti sono stati le vittime, non i responsabili delle violenze”. Parlamentari e associazioni chiedono per loro un permesso di soggiorno come vittime di sfruttamento e che la magistratura li ascolti nell’ambito delle inchieste contro le aziende agricole e la mafia locale. Nel Cie ancora detenuto un migrante rimasto ferito negli scontri.

Sono fatti che abbiamo voluto ricordare, fra i tanti, perché ci aiutino ad essere coscienza vigile e critica della società. Come credenti infatti sappiamo di essere chiamati a scegliere sempre ciò che più piace a Dio; ad essere pronti alla denuncia di quanto offende o manipola la dignità dell’essere umano; a promuovere, insieme a tutti, tutto l’uomo in ogni persona umana.

Luciagnese Cedrone
Biblioteca USMI Nazionale

2 febbraio 2010: la parola di M. Viviana

Giornate Mondiali, Vita Consacrata | Posted by usmionline
feb 01 2010

Care sorelle,

come ogni anno il 2 febbraio celebreremo la giornata mondiale della vita consacrata.

In  quasi tutte le diocesi e comunità sarà un giorno di intensa preghiera, di riflessione, di annuncio.

Questo giorno ci offre anche l’opportunità di gesti di condivisione e di comunione che diventano così segno di ciò che caratterizza la nostra vita: l’ecclesialità e la comunione.

E’ proprio questo il nostro primo e irrinunciabile annuncio profetico. Annuncio che oggi è più che mai urgente. Diventano infatti più frequenti le esperienze di sofferenza per sentirci dimenticate, ignorate e alcune volte anche disprezzate. Non dobbiamo temere perché sappiamo molto bene in chi abbiamo posto la nostra speranza.

La nostra forza e la gioia della nostra missione e dedizione scaturiscono da una fonte inesauribile, da Colui che abbiamo incontrato, di cui ci siamo innamorate e al quale ci siamo affidate, come Abramo, come Maria. Sappiamo che questa è la strada sicura  e che percorrendola con fede e per amore diveniamo segno e narrazione dell’Evangelo nella storia, la nostra storia, aspettando il ritorno del Risorto, nostra speranza.

Non abbiamo paura di perseverare e di abitare fedeli il cuore della chiesa  anche quando la chiesa non ci dovesse riconoscere, non abbiamo paura di vivere in essa la comunione tra noi e con tutti anche quando ci potrebbe chiedere di perdere qualche cosa; la vita nuova in Cristo Signore passa sempre attraverso una esperienza pasquale.

La commissione episcopale italiana per il clero e la vita consacrata ha già pubblicato il suo messaggio per la giornata del 2 febbraio 2010. Con cuore grato per tale dono, invito tutte a leggerlo, meditarlo e a fare tesoro del suo contenuto che risuona nei nostri cuori proprio come un rinnovato invito alla comunione e alla ecclesialità: comunione con il S. Padre e la Chiesa nella preghiera per i sacerdoti in questo anno speciale totalmente dedicato a loro.

Il Papa ci invita a pregare e a implorare da dio, per tutti loro, il dono della santità: dona Signore sacerdoti santi alla tua chiesa! Santi come il modello che quest’anno è posto davanti a loro: il Santo Curato d’Ars.

Nel loro messaggio i vescovi mettono in luce molto bene, descrivendo la figura del santo, il senso della nostra presenza nella chiesa ed il valore immenso che può avere il dono della vita consacrata accanto alla vita del sacerdote, e non solo del sacerdote!

Scrivono i vescovi: “Giovanni Maria Vianney  si sentì sempre debitore nei confronti delle due religiose che, con sprezzo del pericolo e fedeli alla loro consacrazione, lo accompagnarono a ricevere, per la prima volta, Gesù nel  sacramento dell’Eucaristia”.

Penso a tutte le religiose che anche oggi, spinte dalla carità, non hanno paura di mettere a repentaglio la loro vita, con cuore e mani di madri, per difendere la vita e per donare dignità alla vita di tanti fanciulli e non solo dei fanciulli. Forse tra queste persone che avviciniamo ogni giorno ci potrebbero essere alcune di loro che Dio sta preparando per missioni particolari. E forse proprio la nostra presenza e dedizione può sorreggere la loro risposta al progetto di Dio. 

I vescovi continuano il loro messaggio proponendoci due aspetti della vita del curato d’Ars da contemplare e da imitare:

“…Il primo si lega al nucleo più intimo del suo essere: la sua vita personale e il suo ministero hanno sempre avuto al centro la ricerca di una pura e semplice essenzialità. La vita consacrata non è forse una chiamata a essere testimoni dell’essenziale?

Il secondo è quello di coltivare la compagnia dei santi. Le ricchezze a cui attingere conoscendo e approfondendo la storia della santità sono immense. È dunque fondamentale nutrirci di ciò che ci immerge nelle profondità del Vangelo, reso visibile, udibile e palpabile dai grandi testimoni che ci precedono nel cammino della Chiesa. Se la nostra compagnia diventerà sempre più quella dei santi, saremo aiutati a comprendere la volontà di Dio per ciascuno di noi e saremo dolcemente sospinti a darvi una risposta positiva e generosa”.

Care sorelle, che davvero la celebrazione di questa giornata di preghiera si trasformi per tutte noi in un evento che rinnova la nostra vita, ridà vigore alla nostra testimonianza e ricompensa con frutti benedetti le nostre fatiche.

Anche noi, in comunione con tutta la chiesa imploriamo: : “O Dio, che unisci in un unico volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi, di desiderare ciò che prometti, perché tra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori, dove è la vera gioia”.

Con affetto e profonda comunione in Cristo, auguro a tutte di celebrare la giornata della vita consacrata nella gioia e nella speranza.

 

Roma, 20 gennaio 2010

TESTIMONI DIGITALI

Comunicazioni Sociali | Posted by usmionline
gen 26 2010

«Carissimi, sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita» (Benedetto XVI, Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali)

La Chiesa italiana convoca Religiose e Religiosi (nella persona dei rappresentanti delle  Congregazioni) per ascoltare e valorizzare anche la loro parola ed esperienza in vista del Convegno -promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei: Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’età cross mediale, che si terrà a Roma dal 22 al 24 aprile 2010.

Mons. Domenico Pompili, responsabile dell’ Ufficio Nazionale per le comunicazioni Sociali della Cei,  presenta i relatori di questa giornata:

L’incontro si è tenuto il 20 gennaio 2010 nel Centro dei Congressi di Via Aurelia 796.

Mons. Pompili lo ha introdotto, presentando motivazioni e obiettivi del prossimo Convegno  e anticipandone contenuti e programmi.

La tre giorni, che si aprirà con Nicholas Negroponte fra i padri nobili dell’informatica, intende fare il punto sulla rete dei media cattolici e dell’animazione culturale nella comunità cristiana. Sarà un’occasione e una scommessa per tutti quelli che fanno cultura e comunicazione all’interno delle comunità cristiane (e quindi in primis per i religiosi e le religiose) per passare dal semplice fare rete all’essere rete; l’opportunità per toccare con mano l’azione sinergica dei vari media cattolici; il tentativo di leggere in termini di responsabilità educativa le tante possibilità tecnologiche.

In questi anni il cambiamento più evidente nel mondo delle comunicazioni ha visto gli utenti diventare produttori di contenuti nel mondo dei nuovi media e di internet, in particolare. Siamo stati abituati a conoscere noi stessi come una specie di ritorno su noi stessi appunto, come se ci guardassimo in uno specchio. I nuovi linguaggi ci fanno conoscere invece noi stessi attraverso una sorta di estroflessione: ci si conosce in quello che gli altri percepiscono nel nostro profilo elettronico.

Come la vita reale anche quella virtuale presenta ambiguità e rischi. Così se per mezzo di internet le persone moltiplicano i loro contatti in modi finora impensabili, e meravigliose nuove possibilità sono offerte alla diffusione del Vangelo, rimane vero però che i rapporti mediati elettronicamente non potranno mai prendere il posto del contatto umano diretto, indispensabile per una crescita armonica della persona e per una piena esperienza di vita cristiana.

Nell’era cross-mediale

Il mondo web a mons. Pompili appare magico, nel senso che azzera la distanza, annulla il tempo e anche l’intervallo fra desiderio e realizzazione; il tutto in una forma leggera, istantanea, temporanea, occasione per una testimonianza leggera, da intendersi non come verità diluita, svenduta o di minor profilo; ma come comunicazione che nasce dall’esperienza del silenzio e della bellezza e, muovendosi verso l’essenziale, arriva all’interpersonalità, alla capacità cioè di condividere, partecipare e collaborare. Testimoniare perciò è prima di tutto incontrarsi, stabilire una vera relazione con l’altro così che dirsi sia anche darsi e il dirsi sia lasciarsi dire.

La magia dei media sta lentamente modificando la nostra percezione di essere umani. Risponde all’esigenza di costruire una totalità contro il senso di scissione oggi imperante offrendo una promessa rassicurante, anche se ambigua: non si è mai soli finché si è sotto lo sguardo altrui. Per ritrovarsi i media indicano un giro lungo che passa attraverso quello che vogliamo far conoscere di noi e quello che gli altri di noi percepiscono e ci rimandano come immagine. Ecco allora che per la fascia adolescenziale è tanto importante essere dentro a questo mondo e identificarsi con il suo momento magico.

La dimensione intercorporea in questo linguaggio virtuale -aggiunge mons. Pompili-  è praticamente assente. Questo provoca la nostra riflessione educativa. Virtuale non è il contrario di ciò che è reale, perché corrisponde alle esperienze che la gente fa. Virtuale non vuol dire perciò inesistente, ma reale non fisico. In questo contesto nasce una precisa sfida: integrare il virtuale dentro il reale. Il virtuale è un potenziale, quindi, legato a doppio filo alla libertà e alla responsabilità dell’uomo.

Il digitale è un linguaggio che modifica tutti i media, plasmati in una forma assolutamente inedita. La Chiesa comunica il Vangelo con il linguaggio degli umani. E se il linguaggio cambia, anche la Chiesa è chiamata ad interrogarsi su come comunicare il Vangelo. Questo implica, la necessità di riproporre il Vangelo come qualcosa che è dentro l’umano e quindi in tutte le cose.

La sfida è far emergere dentro tutte le cose il messaggio del Vangelo. Il che significa evitare di distinguere l’annuncio del Vangelo dalle sue forme di comunicazione e far entrare la Parola.

La Parola infatti è chiamata a migrare, a correre dentro questo nuovo mondo, non può starsene in forma statica a parte, perché ciò significherebbe non intercettare la gran parte delle persone. Come dice Benedetto XVI: il continente digitale va abitato, non va lasciato deserto. Questo significa che anche il nostro modo di annunciare il Vangelo deve essere caratterizzato della leggerezza; da una comunicazione che sa andare all’essenziale, evitando errori come l’esteriorismo, o l’immobilismo.

Passare dal fare rete all’essere rete

 

Per tutte queste ragioni oggi la Chiesa vuole ancora convocare tutti, non solo gli operatori e quanti sono impegnati nel mondo dei media ecclesiali, ma veramente TUTTI per tentare insieme questo passaggio: dal fare rete all’essere rete; per educare alla conoscenza della realtà senza alcun timore di non saperla affrontare proprio perché credenti: la fede è una marcia in più, non una zavorra proprio dentro un mondo che si è fatto indecifrabile per effetto dell’alluvione informativa.

Il Convegno intitolato Testimoni digitali è stato pensato da un gruppo di lavoro misto (Ucs, Progetto culturale, Avvenire, TV 2000…) che si è messo all’opera già da un anno e tenta di realizzare l’incontro tra il Vangelo e il nuovo linguaggio del mondo digitale. Elaborare, conoscere, educare sono scopi che ci stanno a cuore. Mons. Pompili annuncia quindi che il sito sul convegno sarà  online il prossimo 24 gennaio e sarà questa anche la prima forma di comunicazione ad extra.

Il Convegno sarà articolato in quattro sessioni in tre giorni: dal pomeriggio di giovedì 22 aprile  al sabato mattina del 24 aprile. Le prime tre sessioni si svolgeranno nell’auditorium dell’hotel Midas e l’ultima nell’Aula Paolo VI

I temi delle sessioni sono:

  •       L’approccio oggettivo alla realtà digitale affidato a Nicholas Negroponte. Tre illustri personaggi cercheranno di reagire a ciò che egli ci dirà.
  •       Dal piano più tecnologico si passa a quello più antropologico e ci chiederemo: Come questa rivoluzione digitale sta cambiando l’umano? Una ricerca di tipo qualitativo dell’Università Cattolica farà fare il punto sulle relazioni comunicative ed affettive dei giovani, i quali nel continente digitale sono sicuramente le persone più attive e protagoniste. A Padre Spadaro (scrittore di Civiltà Cattolica)  e al Prof Guido Gili è affidato il compito di cominciare a declinare in campo educativo e anche in quello più teologico come questi linguaggi stiano modificandosi.
  •       Dopo aver fatto parlare le esperienze di base e dopo una significativa introduzione di alcuni docenti che leggeranno questo impegno concreto della Chiesa, ci sarà la relazione del Card. Bagnasco: Un’anima cristiana per il mondo digitale: comunità, strumenti, animatori.
  •       Nell’aula Paolo VI ci sarà una Tavola rotonda, che vedrà la presenza del direttore di Avvenire Marco Tarquinio, del vicedirettore generale della RAI e di un eminentissimo cardinale. Sarà moderata dal Prof. Vittorio Sozzi. Seguirà  l’udienza del Papa, una sorta di mandato testimoniale, di invito ad evangelizzare appunto il continente digitale.

 Nuovi media: frontiera della sfida educativa

Segue un giro di presentazione, da parte dei partecipanti all’incontro, che si incentra sul proprio lavoro e sulle aspettative rispetto al Convegno nazionale e che permette ai presenti, di cogliere concretamente la presenza della Chiesa in Web.

Il Prof. Vincenzo Grienti, responsabile dell’ Ufficio Stampa, introduce velocemente nella realtà del sito, che è dinamico e interattivo e che andrà in linea il 24 gennaio, festa di S. Francesco di Sales: www.testimonidigitali.it  

Il dott. Claudio Grisanti presenta con chiarezza e precisione gli aspetti logistici e le modalità di partecipazione al Convegno. In particolare spiega le regole organizzative per l’incontro con il Papa.

Infine il dott. Vittorio Sozzi, segretario generale della CEI, dà alcune sollecitazioni per favorire l’adesione e coinvolgere tutti nell’evento del Convegno così da diventare sempre più testimoni capaci di raccontare la vita e la stessa fede dentro i gangli della comunicazione diffusa. Sul territorio nazionale la rete è collegata alla presenza di molti centri culturali significativi dei religiosi che operano localmente. Si tratta di mettere in relazione, e in un’ottica più ampia, le innumerevoli risorse comunicative della Chiesa: una rete capillare e vivace che va curata e fatta crescere.

Don Claudio Maffeis  invita i religiosi, che nei secoli passati sempre accompagnavano gli emigranti verso nuove terre, ad esserci in questa nuova emigrazione diventata cultura e orizzonte. Un’occasione per confrontarsi, rimotivarsi, condividere,  ringraziare, formarsi e formare comunicatori, senza limitarsi a vivere di rendita.

I religiosi, presenti da sempre nella Chiesa con un volto, un linguaggio e una storia –sottolinea un religioso partecipante- sono stati una forza trainante in tutti i secoli. Perché continuino ad esserlo ci si augura che l’incontro di oggi non finisca qui, ma che la CEI dia ai religiosi un appuntamento abituale…

Sr Luciagnese Cedrone
biblioteca@usminazionale.it

UNA BUSSOLA PER IL SOCIALE

Società | Posted by usmionline
gen 18 2010

Una bussola per capire la società: così può essere definita la Guida 2010 sull’informazione sociale, realizzata dall’Agenzia giornalistica quotidiana Redattore Sociale e presentata a Roma presso la Federazione della Stampa, il 17 dicembre 2009.

Dopo l’apertura di don Vinicio Albanese, l’assessore  Raffaele Tangorra (ministero Welfare) esprime il suo apprezzamento per questo lavoro strutturato su macro-voci, che egli definisce una cassetta degli attrezzi per chi si occupa di sociale. Per la prossima edizione della Guida dà due indicazioni: più attenzione al divario tra nord e sud rispetto alle politiche nel sociale e approfondimento della Social Card.

La presentazione è quindi introdotta dal direttore di Radio Tre Marino Sinisbaldi  e poi completata da Walter Dondi e da molti altri interventi. In sala sono presenti Laura Badaracchi, che si è occupata della revisione dei testi, e molti altri collaboratori.

Il volume è un prezioso strumento di studio e di conoscenza alla sua sesta edizione dal 1994, frutto di raccolta di dati -a partire dal lavoro quotidiano dell’Agenzia- e di lavoro da utilizzare per creare un contesto culturale debitamente e correttamente informato. Le sue pagine non sono solo informazione sul “disagio”, ma costituiscono un aiuto per chiunque ha a cuore la situazione dei più deboli e per tutti coloro che hanno a che fare con il mondo della povertà, dell’emarginazione e del bisogno; un compendio utilissimo per chiunque si proponga di intervenire e di operare su questi problemi e sulle situazioni che essi determinano sulle persone.  Il libro inoltre è un «sussidio a cui ricorrere ogni qualvolta si affrontano in cronaca o in commenti i temi riguardanti la problematica sociale», ha scritto don Vinicio Albanesi nella presentazione. «Si ha così la certezza di non dover citare a memoria o peggio ancora di riferire secondo sensazioni o sentito dire». Con una ricerca esclusiva sulla criminalità degli immigrati realizzata per Redattore Sociale dal Dossier Caritas-Migrantes, che smonta con dati e comparazioni inattaccabili molte delle più diffuse convinzioni sull’argomento.

Per l’informazione ufficiale, questa guida testimonia che nella società italiana la realtà non è solo quella che viene proposta dai Media; costituisce un potente richiamo alla realtà di un Paese alle prese con problematiche di natura economica, sociale ed esistenziale, espunte spesso dalla cronaca dei mezzi di comunicazione a vantaggio della quotidianità più drammatica. Da noi infatti il sociale fa notizia solo se è drammatico o gossip. E spesso le realtà sono presentate in maniera strumentale per un ritorno di consenso o di interesse.

D’altra parte l’aggravarsi della crisi e delle difficoltà accentua anche gli egoismi. La concentrazione di articoli drammatici legati a choc mediatici alimenta e produce nella gente una richiesta di essere sollevati. 

Il metodo scelto dai curatori del volume offre sì dati storici nella loro drammaticità, ma non li isola: li confronta invece con i dati di altre realtà e Paesi. Contestualizzando così i fatti, il volume offre il senso della realtà. Orienta, perciò, nell’individuare le piccole crepe destinate a diventare fratture e illumina potentemente le trasformazioni sociali.

P. Giovanni Lamanna chiarisce l’obiettivo a cui deve essere finalizzata l’informazione: raggiungere le coscienze. «Poiché viviamo un clima di paura –egli sottolinea- quando si scrive si deve mirare a svegliare le coscienze e aiutare a capire la realtà che stiamo vivendo».

Stare nelle situazioni, lavorare con le persone in difficoltà, condividere quotidianamente la sorte e i problemi dei poveri, essere impegnati attivamente a difendere la causa degli emarginati e degli esclusi: tutto questo dà l’autorevolezza che permette di raggiungere le coscienze. È il messaggio affidato a tutti i giornalisti che hanno partecipato alla presentazione del libro, a quanti sceglieranno di consultarlo e di studiarlo e a tutti coloro che si preoccupano della qualità e della libertà dell’informazione in Italia.

Luciagnese Cedrone, smc
Biblioteca USMI Nazionale