Le azioni che nascono da un cuore ‘sanato’ danno dignità alla vita di chi le opera rendendola straordinaria. Contribuiscono alla crescita di tutti. E riescono a guarire un mondo frantumato. A superare la cultura. E a stupire.
Respirare con la terra e ‘pensare come le montagne’
La logica non è tutto. Per seguire un’idea – e per gestire responsabilmente il rapporto con il tempo, le cose e le persone – è necessario il cuore. (Richard Feynmann premio Nobel per la fisica)
“Nei nostri rapporti con la natura c’è qualcosa che non va. La materia non è soltanto un materiale per il nostro fare … La terra porta in sé la propria dignità e a noi è chiesto di seguire le sue indicazioni”. Sono parole di Papa Benedetto XVI, che nei suoi scritti ripetutamente ha esortato gli uomini del nostro tempo a ripristinare e guarire le relazioni frantumate con la creazione attraverso un confronto ampio con la realtà. Lo sfruttamento delle risorse naturali e il disastro ecologico globale impongono con urgenza a tutti di riflettere sul futuro del pianeta. Possibile che occorrano disastri, morti e feriti perché la distruzione ambientale riesca a bucare – e solo per qualche giorno – l’agenda mediatica e quella politica?
“Dopo la domanda: quale pianeta lasceremo ai nostri figli?” ne viene spontanea un’altra: “Quali figli lasceremo al nostro pianeta?” (Pierre Rabhi). Stupisce il silenzio con il quale la politica e le istituzioni – piegate agli interessi e agli affari più spregiudicati – circondano vicende di gravi danni alla salute e all’ambiente, causati da un mix micidiale di arretratezza tecnologica, avidità e arroganza. Ritessere l’alleanza tra uomo e creato significa smuoversi dal penoso torpore in cui sembra versare il nostro mondo e affrontare con decisione i problemi aperti iniziando dai nodi particolarmente delicati.
Ambiente violato
La Giornata Mondiale della Terra, voluta dalla Conferenza Episcopale Italiana in sintonia con le altre comunità ecclesiali europee, anche quest’anno ha messo in fila una serie di problematiche ambientali, legate alla salvaguardia del Pianeta: buco dell’ozono sempre più sottile, continuo e rapido ritrarsi dei ghiacciai, conseguente aumento della temperatura globale e innalzamento di mari e oceani. E poi: scarsità idrica, desertificazione crescente, riduzione della superficie produttiva, intensificarsi degli uragani, deforestazione di ecosistemi naturali, estinzione di parecchie specie viventi … Tale è la situazione globale del Pianeta in cui ci troviamo immersi. L’accoppiata tra catastrofi ambientali sempre più gravi e fallimento dei vertici internazionali dedicati alla questione ambientale suscita interrogativi che nessuno può più ignorare. Intanto la rabbia si mescola allo sconforto e la preghiera dei credenti si trasforma in una vibrata invocazione di giustizia, mentre le fiaccolate si alternano ai funerali un po’ dappertutto e anche in Italia.
Troppe e gravi le nostre ferite …
Attentati e disastri ambientali quelli provocati sul nostro territorio, che non sembrano aver pari al mondo. Per tutti, solo qualche citazione:
- Un accordo criminale fra industria del Centro-Nord e camorra, dal 1989 pianifica e scientificamente attua un traffico di rifiuti chimici e industriali, mettendo in ginocchio – sulla scacchiera degli affari – la Campania un tempo felix. Un tessuto d’illegalità in cui i nomi di politici si confondono con quelli di camorristi, funzionari dello Stato infedeli e settori di apparati di sicurezza. Un attentato alla vita democratica. Il terreno, attraverso il percolato dei rifiuti, si imbeve di veleni e li ritrasmette nella vegetazione e nell’aria, inquinando mortalmente chi è costretto senza difese ad abitare nel territorio. Patologie cancerogene e malformazioni – specialmente nei bambini – saranno sempre più simili a epidemie. Gli esperti della Procura hanno calcolato che la contaminazione delle falde acquifere produrrà tali effetti nocivi sulla popolazione e sull’agricoltura, fino al 2080.
- Gli uomini della Finanza, dopo il riesame che ha confermato a Taranto il sequestro degli impianti Ilva, hanno definito la città ‘ambiente svenduto’, rendendo l’idea di una città disperata, sotto ricatto permanente. Si può davvero conciliare la salute dei cittadini e degli operai con la cultura industriale dell’Ilva? E, pur riuscendo in qualche modo a migliorare lo scenario limitando le emissioni nocive della fabbrica, quali saranno le conseguenze relative alla catena alimentare?
- Tra i grandi malati da inquinamento ci sono le coste. Ai danni alla salute si aggiungono quelli all’ambiente e al turismo, prima industria nazionale con il 15% del Pil. Come dire: meno denaro e meno lavoro.
Gli interventi di bonifica finora avviati, al contrario, sono pochissimi. Le bonifiche (per esempio nell’area industriale che fu a Bagnoli) sono solo annunciate, progettate, pagate e, soprattutto, finte.
Sanare le ferite della terra
È l’invito dei vescovi per salvare il Pianeta, le cui ferite “sono il riflesso di quelle che l’uomo porta dentro di sé a causa del seme guasto dell’egoismo e dell’incoerenza”. Per questo ”guarire la terra è sanare anche il cuore dell’uomo”. Servono risposte personali, comunitarie, regionali e globali. Certo ad oggi mancano strumenti istituzionali efficaci di governance internazionale per la tutela ambientale (il G20 non lo è ancora!). Ma cresce la sensibilità ecologica per cambiare in meglio la propria vita. Questo anzi è il desiderio di molti. Purtroppo però lo è solo teoricamente. Praticamente invece è il programma di pochi. Nella concretezza della storia la ‘guarigione’ può nascere solo da cuori che amano; si convertono e si fanno vicini agli altri per essere insieme liberati nella verità; si mettono realmente in cammino per condividere la vita. Certo è una lotta. Ma “a che serve vivere se non si ha il coraggio di lottare?” (G. Fava).
Riscrivere il futuro oggi si può
Esistono persone e popoli che sanno e si ricordano di cosa stiamo parlando. È indispensabile essere e suscitare queste cittadinanze attive, capaci di organizzarsi a tutti i livelli, coinvolgendo anche i soggetti economici. Vi si può riuscire se si tiene ben presente che solo l’ipocrisia, la disonestà, la corruzione e l’inganno allontanano i cittadini dalle istituzioni e dalla politica e uccidono la fiducia nei confronti dell’amministrazione. Le ferite di cui soffre la nostra Terra, possono essere guarite solo a partire da coscienze animate dalla giustizia e da mani solidali (messaggio CEI). Da persone che comincino da se stesse senza delegare ad altri la capacità di trasformare la realtà; che operino facendo proprio il metodo suggerito dalla Dottrina sociale della Chiesa, sintetizzato in tre verbi: osservare-giudicare-agire e – per le buone pratiche domestiche – ridurre, riciclare, riusare; che affrontino e vincano le proprie resistenze interiori per guardare finalmente il mondo in un’ottica nuova: con spirito di gratitudine e nella prospettiva del mistero pasquale. Un grido di speranza si leva così dal basso e chiede di essere raccolto. Un grido che dice bisogno di fiducia reciproca e di comunione. Un sollievo dopo tanta pena.
Luciagnese Cedrone
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